Le Scuderie del Quirinale accolgono da Luglio 2015 una grande mostra.
Gli azzurri e i turchesi delle ceramiche si sposano con le rosse gemme dei pugnali dall’impugnatura preziosa. Vetri delicati e luminescenti sembrano ancora contenere delicate ambrosie; bronzi, pietre e legni mirabilmente traforati e intarsiati raccontano un’arte essenzialmente aniconica ma di grande impatto espressivo. Ogni oggetto è segno e simbolo di un mondo variegato come quello dell’Islam e di una storia millenaria che dall’VIII al XIX secolo produce manufatti provenienti dal mediterraneo e non solo; opere che hanno la caratteristica di presentare un linguaggio diverso ma omogeneo e, comunque, al di là dei secoli e dei luoghi, di grande coerenza stilistica. S’intrecciano in ogni spazio, e con una sinuosa ed estenuante sensualità, nastri attorcigliati e affascinanti lettere, coniugate nelle diverse modalità linguistiche. Sempre presenti le eleganti linee dorate che, sia come arabeschi o come scrittura decorano ogni raffinato oggetto di questa interessante e godibile mostra. L’horror vacui di stampo arcaico, la volontà di non lasciare spazi vuoti, è spesso presente ma rivela qui il suo volto migliore.
Sono trecentosessanta le opere della collezione dello Sceicco Nasser Sabah al-Ahmad al Sabah del Kwait, che dopo mille peripezie è qui in parte ricomposta. È lunga e variegata la sua storia che arriva fino ai drammatici fatti dei nostri giorni: non dimentichiamo che è passato solo un mese dagli attentati dell’Isis in Kuwait, e alle distruzioni di tanti manufatti d’arte. Eppure l’Islam, che qui vediamo è solo bellezza e armonia, grazia e delicatezza.
All’apertura della mostra ci accoglie un grandioso tappeto iranico del XVIII, poi i primi pezzi esposti dell’VIII e XI secolo, tra i quali spicca un elegante e semplice bicchiere di vetro decorato in verde, così domestico da essere quasi commovente. Si passa successivamente all’epoca d’oro del XII secolo con bruciaincensi e vasi in bronzo e ottone finemente istoriati, fino ad arrivare al momento della grande produzione del 1500: dall’Iran dei Savafidi, alla Turchia degli Ottomani, dall’India dei Moghul, alla Cina. Potenze politiche e culturali che hanno segnato la storia di una parte del globo. Oggi, questa bella collezione che possiamo ammirare alle Scuderie del Quirinale, è conservata in Kuwait, al “Dar al-Athar al-Islamiyyah”, cioè la “Casa delle Espressioni Culturali dell’ Islam”, diretta da Sheikha Hussah, moglie e collaboratrice del collezionista. Il museo, che rappresenta una grande vittoria contro la guerra e l’oscurantismo, ha anche l’intento di aprire le porte a ogni dialogo artistico e interculturale.
La mostra, curata da Giovanni Curatola, sarà visibile fino al 20 Settembre 2015.
Alessandra Cesselon