Feig prosegue con questo suo ultimo Spy un percorso di femminilizzazione dell’action commedy e dei più classici stereotipi di virilità maschile, realizzando una versione prepotentemente “femminista” del macho per eccellenza, l’immortale James Bond.
Sinossi: Susan Cooper è la più brillante e competente tra gli agenti della CIA, ma un’insicurezza latente e il pregiudizio comune verso una fisicità goffa e strabordante la isolano dietro scartoffie da scrivania e la riducono a fare da teleguida alle azioni più avventurose degli altri agenti. Quando il fascinoso collega, di cui è segretamente innamorata, Bradley Fine, trova la morte improvvisa per mano della perfida e sinuosa Rayana Boyanov, intenzionata a vendere un potente ordigno nucleare ad un pericoloso acquirente, Susan è costretta a scendere sul campo: arruolata per tenere d’occhio il bersaglio, ma senza avvicinarsi, inciampa suo malgrado dentro l’azione vera e propria, tra travestimenti improbabili e colleghi dall’ego e muscoli pompati.
Recensione: per Paul Feig il cinema è donna. Cominciando da quel gioiellino che è Le amiche della sposa, passando per Corpi da reato e prima della versione completamente al femminile di Ghostbusters, Feig prosegue con questo suo ultimoSpy un percorso di femminilizzazione dell’action commedy e dei più classici stereotipi di virilità maschile, realizzando una versione prepotentemente “femminista” del macho per eccellenza, l’immortale James Bond. Il regista costruisce intorno al corpo giunonico e alla verbosità esplosiva di Melissa McCarthy (protagonista già ben collaudata proprio ne Le amiche della sposa e Corpi da reato) una commedia parodistica che fa delle avventure impreviste dell’agente Susan il suo vero punto di forza: buttata dentro l’azione con coperture ingrate e imbarazzanti, la donna si rivela un vero e proprio portento in quello che fa, vendicando quel senso costante di umiliazione del suo fisico e di se stessa, al quale il resto del mondo l’aveva costretta.
Feig punta tutto sulla sua eroina per eccellenza, la McCarthy, ormai vessillo di un cinema teso a smontare i paradigmi di genere e che l’attrice sembra portare avanti con orgoglio. Inaugurando la sua carriera con la satira della stand-up comedy, la McCarthy ha costruito una filmografia tra alti e bassi, ma sicuramente sempre prendendosi coscientemente in giro con un’autoironia da chapeau. Proprio grazie a Feig ha lustrato la sua notorietà nelle due precedenti commedie con ruoli azzeccatissimi, che il pubblico ha premiato con incassi generosi. Spy è l’ennesima conferma del suo talento da one woman show e il “palco” è tutto per lei.
Il film indubbiamente funziona e fa ridere, anche e soprattutto grazie alla sua protagonista, peccato per quell’umorismo un po’ eccedente, che a volte scivola su un’ironia esasperata ed eccessivamente calcata, ma la pellicola resta comunque una godibile commedia estiva.
Domiziana Ferrari
Anno: 2015
Durata: 120'
Distribuzione: 20th Century Fox
Genere: Commedia
Nazionalita: USA
Regia: Paul Feig
Data di uscita: 15-July-2015
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