A 40 anni dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini, ad Arezzo fino al 6 settembre sarà possibile visitare a ingresso gratuito un’inedita rassegna fotografica dedicata al Maestro: “La ricotta di Pier Paolo Pasolini”.
L’esposizione propone in prima mondiale una raccolta di scatti di scena realizzati durante le riprese de La Ricotta da parte di Paul Ronald, uno dei più apprezzati fotografi di scena del cinema italiano.
La mostra, a cura di Antonio Maraldi, direttore del Centro Cinema Città di Cesena, è visitabile fino a domenica 6 settembre 2015 a Pratovecchio, in provincia di Arezzo, presso l’Ex Lanificio Berti (ingresso libero).
“La ricotta di Pier Paolo Pasolini” fa parte delle iniziative culturali legate al decimo anniversario del CIFA, Centro Italiano della Fotografia d’Autore.
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“La ricotta” di Pasolini, foto di Paul Ronald
Scorrendo la lunga filmografia di Paul Ronald, ci sono nomi di registi che si ripetono (a cominciare naturalmente da Visconti) e altri incontrati una sola volta. Quello di Pier Paolo Pasolini è tra questi. Nelle lunghe chiacchierate, quando gliene chiedevo il motivo, Paul ribadiva che con Pasolini non c’erano stati problemi, che era una persona correttissima ma che sul set de La ricotta (episodio del collettivo Rogopag, composto anche dai segmenti diretti da Rossellini, Godard e Gregoretti; da cui il titolo del film) non si era trovato a proprio agio, tanto da abbandonare la lavorazione dopo un paio di giorni. lui, borghese e laico di vedute liberali e non certamente un moralista, in quel clima che definiva quasi blasfemo, si era trovato. Va detto che le riprese a cui aveva assistito potevano certo dare quell’impressione, con quei protagonisti e comparse provenienti dal sottoproletariato, che nelle pause inscenavano strip tease o balli scatenati (come testimoniano le foto), a poca distanza dalle croci poi utilizzate durante le riprese. Mentre il risultato finale, a montaggio terminato, fa de La ricotta un’opera tra le più alte dell’intero percorso cinematografico pasoliniano. Ronald comunque ha documentato da par suo quella lavorazione, sia negli esterni, nella periferia romana, che in studio per la ricostruzione dei dipinti di Pontormo e Rosso Fiorentino. Una parte di quegli scatti (compreso il colore) li aveva consegnati alla produzione e una parte li aveva conservati. Curiosamente, lui che non teneva per sè nulla – o quasi – dei suoi lavori, aveva deciso di trattenerli. Si tratta di un centinaio di negativi, sia 6×6 che 35 mm., che Ronald non considerava scarti ma di riserva. Lui, abitualmente e a differenza di qualche collega, non scattava moltissimo, certo del suo lavoro. Quel centinaio di negativi Paul me l’ha donato, durante una delle ultime volte che sono stato a trovarlo nella sua casa nei pressi di Wassy, nel Nord della Francia. Da una selezione di quei negativi, mai sviluppati in precedenza, è nata questa mostra pensata sia per celebrare uno dei maggiori fotografi di scena del cinema italiano, scomparso nel gennaio di quest’anno, che per ricordare Pier Paolo Pasolini a quarant’anni dalla tragica morte
Antonio Maraldi
© ph. Paul Ronald / collezione Maraldi
Paul Ronald, nota biografica
Paul Pellet Ronald nasce a Hyères, nel sud della Francia, il 17 ottobre 1924 da una famiglia di piccoli commercianti. Dopo il liceo si iscrive alla scuola nautica ma a causa della guerra si trasferisce a Nizza, dove comincia a frequentare l’ambiente del cinema. Qui conosce G.R. Aldo, fotografo italiano che lavorava con successo in Francia e che in seguito diventerà uno dei maggiori direttori della fotografia del cinema italiano. E’ Aldo, al quale fa da assistente per L’eternel retour (1943) di Delannoy, che lo avvia alla professione di fotografo di scena. Dopo due anni come fotografo di guerra con gli alleati, Paul Ronald è secondo fotografo di Aldo per La belle e la bete (1946) di Jean Cocteau. In seguito, come fotografo di scena, lavora sui set di Turbine d’amore (1946) di Lecombe e di Risorgere per amare (1947) di Delannoy. L’anno dopo viene chiamato in Italia da Aldo, come fotografo e consulente per la pellicola, per prendere parte alle riprese de La terra trema (1948) di Luchino Visconti. Nel 1949 è nuovamente coinvolto da Aldo nella lavorazione di Il cielo sulla palude di Augusto Genina. Decide allora di stabilirsi definitivamente in Italia, assieme alla moglie Huguette (1924-1991), anch’essa attiva fotografa di scena. Ben presto Ronald si afferma come uno dei più apprezzati fotografi di scena del cinema italiano e lavora con quasi tutti i maggiori registi. Quasi un centinaio i film seguiti nel corso della sua lunga carriera. Documenta tutti i film di Visconti fino a Il lavoro, episodio di Boccaccio ’70 (per Bellissima è anche direttore della fotografia) e anche quasi tutte le sue messe in scena teatrali. Lavora, tra gli altri, con Blasetti (La fortuna di essere donna), Cavani (Interno berlinese, Francesco), Fellini (Le tentazioni del dottor Antonio di Boccaccio ’70, Otto e mezzo), Ferreri (Harem, Chiedo asilo), Lattuada (Guendalina, Fraulein Docktor), Pietrangeli (Nata di marzo), Risi (Fantasma d’amore, Primo amore, Sono fotogenico, Caro papà) e Scola (C’eravamo tanto amati, La terrazza, Passione d’amore, Il mondo nuovo, Maccheroni). Diversi i lavori anche sui set internazionali: Il tesoro dell’Africa e La Bibbia di Huston, Il re ed io di Lang, Waterloo di Bondarciuk, Che cosa è successo tra mio padre e tua madre? di Wilder, Popeye di Altman. Ha pubblicato vari libri tra cui l’ormai classico Rome, Ville des Villes e I carabinieri (commissionatogli dall’Arma in occasione del 150° anniversario della fondazione).
L’ultimo film seguito è stato Storia di una capinera (1994) di Franco Zeffirelli, regista con il quale ha spesso collaborato. Paul Ronald, dopo la morte della moglie, è tornato in Francia e ha vissuto nei pressi di Wassy, in Haute Marne, fino al 2012, quando, in seguito al peggiorare delle condizioni di salute, si è trasferito presso la sorella nelle vicinaze di Gad, nel sud della Francia, dove è morto il 13 gennaio 2015.