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In Sala

Il figlio di Saul

Lascia un segno indelebile, visivo ed interiore, l’opera prima del regista ungherese László Nemes, Il figlio di Saul (Saul Fia), selezionato in competizione a Cannes 68 e vincitore sia del Grand Prix speciale della Giuria e sia del Premio Fipresci, assegnato dalla critica internazionale

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Sinossi: Protagonista del film è Saul Ausländer (Géza Röhrig), membro dei Sonderkommando di Auschwitz, i gruppi di ebrei costretti dai nazisti ad assisterli nello sterminio degli altri prigionieri. Mentre lavora in uno dei forni crematori, Saul scopre il cadavere di un ragazzo in cui crede di riconoscere suo figlio. Tenterà allora l’impossibile: salvare le spoglie e trovare un rabbino per seppellirlo. Ma per farlo dovrà voltare le spalle ai propri compagni e ai loro piani di ribellione e di fuga.

Recensione: Lascia un segno indelebile, visivo ed interiore, l’opera prima del regista ungherese László Nemes, Il figlio di Saul, selezionato in competizione a Cannes 68 e vincitore sia del Grand Prix speciale della Giuria e sia del Premio Fipresci, assegnato dalla critica internazionale. La tragedia per antonomasia, la Shoah, viene raccontata da un punto di vista poco noto, quello di un membro dei Sonderkommando (unità speciali di deportati, quasi tutti di origine ebraica, obbligati a collaborare con le autorità naziste nei campi di sterminio nelle operazioni di rimozione dei corpi dalle camere a gas e nelle successive cremazioni), Saul Auslander, dal volto scavato e dallo sguardo vitreo che, mentre pulisce pavimenti e rimuove cadaveri nel crematorio di Auschwitz, trova un bambino moribondo e lo riconosce come un figlio avuto in gioventù, prima di sposarsi: in realtà la trama asciuttissima non lascia ben intendere se il ragazzo sia davvero figlio di Saul o no ma ciò non sembra avere alcuna importanza. L’uomo è disposto a tutto per nascondere il corpo ormai senza vita del bambino e per seppellirlo degnamente, cercando fra i condannati a morte un rabbino e facendo di questa missione l’ultima ragione della sua esistenza (la morte attende a breve anche lui ed i suoi compagni testimoni dello sterminio), al punto di far fallire, perseguendo il suo scopo, anche il tentativo di fuga preparato da tempo da molti suoi compagni di prigionia. Saul, l’uomo afflitto, annichilito, annientato dall’orrore e dalla sofferenza rappresenta l’amore di tutti i padri per tutti i figli, l’aspetto di umanità più puro e quasi folle, la ricerca di un senso per vivere e morire, e lo trova nel tentativo disperato di dare degna sepoltura al corpo di un bambino – che potrebbe essere o meno suo figlio – secondo le proprie tradizioni religiose.

La crudezza delle immagini, la tematica ed il modo di affrontarla colpiscono a fondo lo spettatore, che sente un malessere potente crescergli dentro, mentre ascolta urla e lamenti, vede corpi affastellati, ma soprattutto immagina ed intuisce – pur senza vedere direttamente – le atrocità perpetrate, attraverso sguardi di terrore, posture incurvate e rassegnate, volti senza speranza.

Magnifica e visionaria l’interpretazione dell’attore Geza Röhrig (ispiratosi per costruire il suo personaggio al libro Abbiamo pianto senza lacrime dello storico Gideon Greif), che ci conduce nei corridoi bui e claustrofobici con passo lento, verso un destino per tutti inesorabile. La fotografia e la regia lavorano in sincronia per dare il senso dell’angoscia profonda, della discesa agli inferi, dell’incalzare senza concessioni del male assoluto. Il film sarà distribuito in Italia dalla Teodora Film.

Elisabetta Colla

  • Anno: 2015
  • Durata: 107'
  • Distribuzione: Teodora Film
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Ungheria
  • Regia: László Nemes
  • Data di uscita: 21-January-2016

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