Presso la Sala Arazzi della Rai di Viale Mazzini si è svolta la conferenza stampa di presentazione dei film candidati al Premio David di Donatello 2015: Gianluigi Rondi (classe 1921) Presidente dell’Accademia di Cinema Italiano apre salutando e ringraziando i colleghi presenti e ricorda che dal 1956, prima edizione del David, “siamo sempre stati qui fedelmente per difendere il Cinema Italiano”, per poi annunciare e far diramare le cinquine di film.
Dei 24 lungometraggi italiani in gara Anime Nere di Francesco Munzi, ottiene 16 candidature, tra cui Miglior Film, Miglior Regista, Migliore Sceneggiatura per la collaborazione tra lo stesso Munzi e Fabrizio Ruggirello e Maurizio Braucci e Miglior attore protagonista, Fabrizio Ferracane; ad Anime Nere si aggiungono nella cinquina del Miglior Film anche Il Giovane Favoloso di Mario Martone (14 candidature), Hungry Hearts di Saverio Costanzo (7 candidature), Mia Madre di Nanni Moretti (10 candidature) e Torneranno i Prati di Ermanno Olmi (8 candidature), per i quali gli stessi Autori sono candidati come Miglior Regista.
Nella sezione Miglior Regista Esordiente spiccano Andrea Jublin con Banana, Lamberto Sanfelice per Cloro, Eleonora Danco regista di N-Capace, Edoardo Falcone con Se Dio Vuole e Laura Bispuri che ha rappresentato l’Italia all’ultima Berlinale con Vergine Giurata, la cui protagonista Alba Rohrwacher, nella cinquina per Miglior Attrice Protagonista per Hungry Hearts, sarebbe stata scelta anche per il film della Bispuri, ma da regolamento è stata candidata per il film più votato (Hungry Hearts ha 7 candidature mentre Vergine Giurata ne ha 1 soltanto); insieme alla Rohrwacher concorrono per il premio femminile più importante Virna Lisi (scomparsa lo scorso 18 dicembre) per Latin Lover di Cristina Comencini (4 candidature), Margherita Buy per Mia Madre, Jasmine Trinca in Nessuno Si Salva Da Solo (3 candidature) di Sergio Castellitto e Paola Cortellesi per Scusate Se Esisto! di Riccardo Milani.
Sul fronte maschile sono Fabrizio Ferracane per Anime Nere, Elio Germano per Il Giovane Favoloso, Alessandro Gassmann per Il Nome Del Figlio di Francesca Archibugi, Riccardo Scamarcio per Nessuno Si Salva Da Solo e Marco Giallini per Se Dio Vuole a concorrere per il Premio per il miglior Attore Protagonista.
Tra le sceneggiature spunta quella di Noi E La Giulia di Edoardo Leo, tratta dal romanzo Giulia 1300 e altri mircoli di Fabio Bartolomei e scritta a quattro da Edoardo Leo e Marco Bonini; il film, che si aggiudica in totale 7 candidature, concorre per la Miglior Sceneggiatura insieme a Hungry Hearts, Anime Nere, Il Giovane Favoloso e Mia Madre.
Mario Mazzetti, portavoce della giuria cortometraggi annuncia il vincitore Thriller di Giuseppe Marco Albano come miglior corto; compito impegnativo, sostiene Mazzetti, perché di cortometraggi ne sono arrivati molti e di qualità molto alta, compresi i corti d’animazione provenienti dalla scuole di Cinema; oltre a Thriller, i corti candidati erano Due Piedi Sinistri di Isabella Salvetti, L’Errore di Brando De Sica, La Valigia di Pier Paolo Paganelli e Sinuaria di Roberto Carta.
La cerimonia di premiazione di venerdì 12 giugno sarà in onda in diretta alle 18,30 su RaiMovie e in replica in seconda serata su RaiUno; Giancarlo Leone, direttore di RaiUno e Tullio Solenghi, conduttore e autore della serata (insieme agli altri autori Giorgio Capozzo, Marcello Cotugno, Steve Della Casa e Enrico Magrelli) illustrano il taglio della cerimonia e le motivazioni che hanno portato RaiUno a scegliere di trasmettere la replica in seconda serata, dando la possibilità a Leone di chiarire alcune voci di qualche giorno fa circa il poco interessamento del primo canale nazionale al Cinema Italiano. Rispetto allo scorso anno RaiUno ha raddoppiato la programmazione dei film italiani (di primo passaggio televisivo): dai sei dello scorso anno, nei primi quattro mesi del 2015 RaiUno ha già mandato in onda in prima serata sei film italiani di prima visione e sono in programmazione per il mese di maggio Benvenuto Presidente di Riccardo Milani e La Mafia Uccide Solo D’Estate di Pif, in onda il prossimo 23 maggio in occasione della Giornata della Legalità (e dell’anniversario della Strage di Capaci, avvenuta nel 1992, ndr).
Tullio Solenghi, ironico e divertente, si definisce “un usato sicuro” nella conduzione del David di Donatello: “ogni anno la sfida è coniugare l’ortodossia della cerimonia con alcune mie facezie” che arrivano sempre in maniera garbata; a coadiuvarlo c’è una squadra di Autori che sa bene che la platea del David è molto difficile; da “vecchio teatrante” Solenghi riconosce che il pubblico non è lì per godersi uno spettacolo ma per sapere se il proprio film ha vinto oppure no; e al pubblico dal vivo si aggiungono due tipologie di pubblico da casa, quello della diretta di RaiMovie e quello della seconda serata della replica di RaiUno: prosegue Solenghi che sarà un lavoro artigianale quello di intrattenere andando a recuperare quello che i grandi meccanismi tendono a sotterrare, “noi abbiamo una tradizione artigianale che ci permette di tenere desta l’attenzione, nonostante si snocciolino nomi e film”, cercando quella giusta misura di ironia che non guasta mai.
Giancarlo Leone interviene, in risposta ad una delle domande giunte dai presenti, aggiunge che il taglio della premiazione sarà quello della cerimonia, senza ibridarlo con forme di spettacolo e a chi gli aveva sottolineato che per la diretta veniva preferito un canale monotematico (RaiMovie) ad un canale generalista con pubblico più ampio (RaiUno) e orari non di prima serata, risponde che la cerimonia è volutamente non di prima serata, poiché si rischierebbe di farla diventare uno show, quando non lo è. Il linguaggio è quello di una cerimonia, leggera, ma in quanto cerimonia non ha per sua natura la vocazione di prima serata. “Il cinema deve restare cinema”.
Anna Quaranta
