La prima serata di sabato alla quattordicesima edizione del Rome Independent Film Festival ha ospitato il regista e attore italiano Angelo Orlando alla prima internazionale del suo lungometraggio Rocco Tiene Tu Nombre, una co-produzione italo spagnola, tra cui Gris Medio, Catalunya Film Commission e Italia Film.
“Sono molto felice, era un obiettivo quello di fare la prima internazionale al RIFF” ha dichiarato il regista al pubblico del festival, dando una piccola anticipazione: “è una favola, come tutte le favole può arrivare al cuore o essere rigettata”; e presenta gli attori, la catalana Marina Esteve, e gli italiani Michele Venitucci, definito dallo stesso Orlando “uno degli attori più bravi che abbiamo in Italia”, Valentina Carnelutti, l’organizzatrice del film Sara Rasio, il musicista Saro Cosentino, e Sergio Sivori, che ha curato il casting a Barcellona.
Venitucci parla del film come di una lunga esperienza prima di tutto umana e poi professionale, “con pochi mezzi ma con tanta volontà” aggiunge Sergio Sivori; una favola sia nella trama che fuori dal grande schermo, grazie soprattutto all’immaginario di Angelo Orlando, “che è sempre speciale”, come lo definisce Michele Venitucci, che nel film veste i panni del protagonista Bobo, un uomo alle prese con il suo “doppio”, quella parte che c’è in ognuno di noi, quella più fragile più romantica e che trascuriamo.
E sul filo conduttore del “doppio” che si svolge la trama di questa favola metropolitana; una coppia scoppia, il protagonista Bobo e la sua ex Estrella (Carla Lladò), e tutti e due tentano la ricostruzione di un’identità; e se quella di Estrella è da lei cercata e voluta, non con poche perplessità, quella di Bobo sarà inizialmente “costretta”. Bobo inizia a sognare alcuni momenti della sua infanzia – e torna nuovamente il “doppio”, tra realtà e sogno – quando giocava con il suo amico immaginario Rocco, che riapparirà da adulto (interpretato da un esilarante Fabio Ferri) per impossessarsi della vita di Bobo. Una volta persa la sua vita, o quella che credeva tale, Bobo inizierà a cercare la sua vera strada e ri-costruire un nuovo “io”, più attento alle emozioni e più consapevole della propria sensibilità.
La dicotomia realtà-finzione è anche nelle sfumature di quest’opera così delicata e ben strutturata: Carlos, il migliore amico di Bobo è un attore (David Gonzàles Pérez), anche lui quindi alle prese con la realtà e la finzione, e Bobo di mestiere dirige l’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona e in più momenti del film è alle prese con film da visionare o da presentare, il nuovo amore di Estrella è una video-artista (Valentina Carnelutti): e sarà proprio in un dialogo concitato con l’amico Carlos che Bobo inveisce contro la donna che le ha portato via la fidanzata, pretendendo che l’amico gli spieghi cos’è un video-artista (quasi rappresentando la paura di ciò che non conosciamo). In effetti Bobo non è ancora maturo per capire che Estrella sta facendo un viaggio interiore per capire cosa realmente vuole. Ed è proprio quello stesso viaggio che Bobo farà, e che lo porterà a conoscere e a confrontarsi con persone nuove come Lisa (Olga Guerra Delgado) e Annouche (Marina Esteve) e a capire, forse, che “la vita è tutto quello che non riesci a vedere”.
Anna Quaranta