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Le streghe son tornate

In Le streghe son tornate di Álex De La Iglesia il fantastico s’interseca con il reale. La messa in scena cinematografica attuata dal regista basco è solo un pretesto metaforico per dare forma a un qualcosa che per antonomasia è astratto: l’universo femminile

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Sinossi: Un Compro Oro situato nella centralissima piazza di Puerta del Sol a Madrid è preso di mira da una banda di uomini mascherati. La polizia riesce ad arrestarli tutti, tranne due: il neo disoccupato Tony e il padre divorziato José, che ha coinvolto nella rapina anche il figlio Sergio di soli undici anni. Braccati dalle forze dell’ordine, i ladri sequestrano il taxi guidato da Manuel e decidono di darsi alla fuga raggiungendo il suolo francese. Per arrivare alla terra promessa, però, il gruppo deve obbligatoriamente passare per il paese di Zugarramurdi, da sempre associato alla stregoneria e ai riti pagani. Gli uomini cadranno nelle mani di un branco di arpie, costituito da nonna, madre e figlia.

Recensione: In Le streghe son tornate di Álex De La Iglesia il fantastico s’interseca con il reale, fino all’apparente aggressione della prima dimensione sulla seconda. Eppure, la messa in scena cinematografica attuata dal regista basco è solo un pretesto metaforico per dare forma a un qualcosa che per antonomasia è astratto: l’universo femminile. Il film contrappone in maniera radicale due schiere di personaggi, quella degli uomini  capitanati dall’attore Hugo Silva e quella delle donne, in perenne stato di lotta tra loro. In questa guerra dei sessi all’ultimo sangue a nessuna delle due fazioni è concesso fare bella figura o, perlomeno, evitare di raschiare il fondo del barile con comportamenti meschini e ridicoli.

Per De La Iglesia il gentil sesso ha acquisito una virilità aggressiva che porta le donne a “mostrare costantemente i muscoli” e blocca qualsiasi forma di desiderio da parte del maschio, considerato oramai un qualcosa di assolutamente superfluo. Dopotutto, citando una battuta del film, anche il magazine femminile «Cosmopolitan» ha aperto un’inchiesta sulle ragioni per cui al giorno d’oggi un tasso sempre crescente di uomini fa “cilecca” sotto le coperte. Lo stesso problemino di autostima minaccia Tony, il disoccupato PR della discoteca madrilena Esperma, che soffre da stress da prestazione quando deve soddisfare a letto la bionda fidanzata dalla carriera e dal conto in banca a dir poco perfetti. Anche la reputazione di maschio alfa di Jose è violata e oltraggiata da un’ex moglie iper-protettiva, che rifiuta di concedergli la custodia congiunta del figlio Sergio. Per non parlare poi del tassista Manuel, secondo il quale la sua vita matrimoniale è una camera a gas e la dolce consorte è la sua carnefice. Insomma, sembrerebbe quasi che la civiltà occidentale sia stata preda di una sorta d’invasione di ultracorpi in gonnella e le streghe abbiano assunto le sembianze di falliche madri, mogli e sorelle.

La questione tende tutt’altro a minimizzarsi quando la banda di criminali da strapazzo si trova a transitare nel paesino di Zugarramurdi, dove le donne sono davvero fattucchiere e pure della peggior specie. Fra le maliarde incantatrici di Zugarramurdi esemplare è l’interpretazione della regina del cinema iberico Carmen Maura, che aveva già collaborato con il regista all’epoca de La comunidad – Intrigo all’ultimo piano. Ma, nella seconda parte della pellicola, De La Iglesia non riesce ad attuare un fortunato compromesso che consenta alla pluralità dei generi innescata di saldarsi pacificamente tra loro. Così a poco a poco lo humour nero dell’inizio assume un sapore insipido, annacquato da una (in)sensibilità splatter che spezza qualsiasi forma di incantesimo.

Curioso il fatto che questo minuscolo centro urbano di circa 200 abitanti non sia frutto della fantasia, ma esista davvero nascosto nel cuore dei Pirenei Occidentali della Navarra, a pochi chilometri di distanza dalla Francia. Qui nel lontano 1610 il tribunale della Santa Inquisizione condannò all’autodafé undici persone, ree colpevoli di aver preso parte a sabba e festini orgiastici.

Maria Cristina Caponi 

  • Anno: 2013
  • Durata: 112'
  • Distribuzione: Officine Ubu
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Spagna
  • Regia: Álex De la Iglesia
  • Data di uscita: 30-April-2015

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