Taxidrivers Magazine

Oggi, 23 Aprile, al Filmstudio di Roma, omaggio a Robert Bresson

Published

on

Omaggio a Robert Bresson

ore 16.45 e 22.20
V.O. con sottotitoli in italiano
PICKPOCKET di Robert Bresson
Con Martin Vassalle, Marika Green, Pierre Leymarie, Jean Pelegri, Dolly Scal, Kassagi.
(Francia, 1959, b/n, durata: 75’).

Michel diventa borsaiolo per sfida verso l’umanità e per sentirsi al di sopra della legge e della morale…

“[…] Quello che, alla fine, il film ci restituisce non è un universo falso ma corretto, rettificato, originale, da cui sono assenti il convenzionale del gesto “giusto”, della voce “giusta”, la convenzione teatrale. […] Il ladro (siete voi, sono io) è nelle mani di Dio (poliziotto dallo sguardo indulgente o terribile) ma lui si rivolta: peccato supremo. È protetto male dal suo angelo custode (l’amico stupido), di caduta in caduta, la grazia divina cammina in lui prendendo l’aspetto di una giovane donna sciocca all’inizio, che si rivelerà poi sublime. Usando queste semplici chiavi il film si ordina davanti ai vostri occhi come un quadro di Giotto o una cantata di Bach. L’arte di Bresson ha una forza naïve, il candore nascosto, la sicurezza inquietante dei grandi artisti della tradizione cristiana […]” (Louis Malle, 1959)

ore 18.15 – V. O. con sottotitoli in italiano
IL DIARIO DI UN CURATO DI CAMPAGNA (Le journal d’un curé de campagne) di Robert Bresson,
dal romanzo omonimo di Georges Bernanos; dialoghi: Robert Bresson
Con Claude Laylu, Léon Arvel , Armand Guibert, Nicole Ladmiral, Marie-Monique Arkell, Jean Riveyre
(Francia 1951,b/n; d.: 110’)
Premio Internazionale Speciale e Premio Speciale per la Migliore Fotografia alla Mostra di Venezia del 1951.

Un giovane sacerdote, dalla salute cagionevole, viene mandato nella parrocchia di Ambricourt, un piccolo villaggio di provincia. Il parroco tiene un diario su cui annota ogni giorno «gli umili e insignificanti segreti di una vita senza misteri» …

Splendida e austera trasposizione del romanzo (1936) di Georges Bernanos. Per la prima volta, grazie a questo film, cinema e letteratura si esprimono sullo stesso piano, nello spirito e nella forma. Bresson racconta senza parole, filma con il silenzio…

“Mi sono preoccupato di servire il libro e non di servirmene […]. Quello che più mi ha colpito è stato soprattutto il quaderno da scolaro del diario dove, attraverso la penna del curato, un mondo esteriore si trasforma in un mondo interiore e prende un colore spirituale […]. Quello che mi piace, inoltre, in Bernanos è che egli crea il soprannaturale muovendo dal reale”. (Robert Bresson)

ore 20.30 – V. O. con sottotitoli in italiano
UN CONDANNATO A MORTE È FUGGITO (Un condamné à mort s’est échappé) di Robert Bresson, dal racconto di André Devigny, pubblicato ne “Le Figaro Littéraire”. Con François Leterrier, Charles Leclaince, Maurice Beerblock, Roland Monod, Jacques Ertaud, Roger Treherne.
(Francia 1956, b/n, d.: 95’)

Lione, 1943. Una macchina guidata da un SS trasporta alla prigione di Montluc i prigionieri francesi. Uno di loro, Fontaine, al quale ci si è dimenticati di mettere le manette, salta dalla macchina in movimento. Viene subito ripreso, percosso, incatenato e buttato mezzo morto in una cella. I capi di imputazione su di lui sono pesanti. Egli non si fa alcuna illusione sulla propria sorte. Tuttavia, piano piano riprende coraggio. Per quattro mesi, nella solitudine della sua cella, prepara meticolosamente un’evasione, munito unicamente di un cucchiaio…

[…] Conosciamo la cura con cui l’autore confezionò la banda sonora. […] quella melodia di rumori familiari, il sussurrare del silenzio, la profondità, amica o traditrice, degli spazi notturni, eccoli per la prima volta, probabilmente, nella storia del cinema, presenti, palpabili, veri perché armoniosi. La stessa musicalità, la ritroviamo nell’immagine… un’invenzione costante, ma nessun preziosismo… Bresson, come i grandi pittori, ha il suo tocco, identificabile nella purezza senza eccessi… questo film, in cui si vive tra quattro mura, dove non si cammina che a passi felpati, è uno dei meno statici che io conosca. (Eric Rohmer, 1956)

FILMSTUDIO 1 e 2: Via degli Orti d’Alibert, 1/c – 00165 Roma (Trastevere).

Commenta
Exit mobile version