Il film di Carlo Lizzani sugli anni di piombo, girato a Berlino.
Pascale è una bella e ricca signora francese sposata con un architetto, entrambi spesso in giro per il mondo per motivi di lavoro e per questo lontani l’uno dall’altra.
Proprio in una di queste circostanze, Pascale perde il suo aereo per Londra ed è costretta a rimanere a Berlino. Sceglie di pernottare al Kleinhoff Hotel, dove aveva anni prima vissuto come studentessa.
La stanza accanto alla sua è occupata da Alex, un giovane terrorista latitante che adesso si fa chiamare Karl, braccato dalla polizia tedesca e incaricato dal suo gruppo di eliminare Pedro, un presunto traditore.
Pascale, lo spia attraverso l’intercapedine di una porta comunicante tra le due stanze adiacenti: il giovane estremista la incuriosisce e la eccitano irresistibilmente i rapporti sessuali tra Alex e Petra, la sua ex ragazza, diventata prostituta e tossicodipendente.
La curiosità e l’attrazione per Alex-Karl diventa talmente morbosa e irrefrenabile che Pascale rinunzia alla partenza per Londra pur di pedinare il giovane terrorista. È così che finisce per essere coinvolta in una retata della polizia mentre, seguendo Alex, si trova in un locale frequentato da estremisti e sprovvista di documenti.
Rilasciata, fa ritorno al Kleinhoff Hotel, dove avvicina Karl con il pretesto di informarlo dell’arresto di Petra: la relazione sarà immediata e passionale.
La Critica si è espressa così:
All’uscita il film ha avuto scarso successo di critica.
« Kleinhoff Hotel poteva offrire interessanti spunti di riflessione. Purtroppo la fattura del film, non a caso interpretato da una vedette dello spogliarello cinematografico, fa pendere la bilancia sul piatto dell’erotismo piuttosto che su quello storico-politico »
(Tullio Kezich)
Altrettanto negativo il giudizio di Giovanni Grazzini:
« Poco tagliato per le musiche da camera, Lizzani è qui abbastanza distante dal tipo di cinema che teorizza affermando l’urgenza di una riscoperta della realtà […]. Benché gli si debba dar atto del consumato professionismo con cui corrisponde alle scelte del pubblico popolare, oggi in lui la freddezza descrittiva prevale sull’interpretazione di una certa disperazione giovanile e delle snobistiche curiosità d’una certa borghesia per i capofila della guerriglia urbana. »
Riscoperto di recente è stato solo parzialmente rivalutato. Per Marco Giusti è:
« […] decisamente tra i migliori film di Carlo Lizzani, scritto per la parte d’impegno da Valentino Orsini e per la parte voyeuristica antonionesca da Faliero Rosati […] le scene di sesso sono notevoli e Corinne Cléry non si limita a far la bambolona »