Applaudito all’ultima edizione del Sundance e alla 65. Berlinale (sezione Generation), “Cloro” esce oggi in sala distribuito da Good Films. Nel complesso “Cloro” è un buon esordio, che fa sperare in altre opere su tematiche sempre più importanti nella nuova cinematografia italiana
Sinossi: Jenny ha 17 anni e un sogno: diventare una campionessa di nuoto sincronizzato, dove eccelle nel doppio sincro in coppia con la sua amica. La sua vita spensierata di adolescente a Ostia, sul litorale romano, viene scossa dalla morte improvvisa della madre. Con suo padre Alfio e il fratellino Fabrizio è costretta a trasferirsi in un paesino di poche anime nel cuore della Maiella, terra d’origine di Alfio.
Recensione: “Alcune strade portano più a un destino che a una destinazione”: diceva Jules Verne, e forse questo è anche il caso di Jenny, che affronta tristemente un viaggio verso quella che inizialmente percepisce come una gabbia, ma che poi si rivela il luogo in cui riesce a guardare con occhi diversi, da adulta, quello che la circonda. Impara che anche i genitori possono essere deboli, a farsi carico di grosse responsabilità, a dare affetto e non solo a riceverlo, infine, una volta tornata al punto di partenza guada il suo sogno con i suoi nuovi occhi e non è più sicura che valga la pena sacrificare tutto il resto.
Sanfelice sceglie un tema tanto semplice quanto complesso da rappresentare: può sembrare che Jenny (Sara Serraiocco) sia cinica, fredda, sprezzante, quando invece si sente aggredita e sente che le sue convinzioni si stanno frantumando. È un momento molto delicato nella vita di un adolescente, quello che Sanfelice, alla direzione del suo primo lungo, affronta con delicatezza e durezza allo stesso tempo.
Il montaggio serrato diventa la metafora stilistica della rincorsa dei pochi momenti che Jenny riesce a dedicare ai suoi allenamenti, obbligata com’è a rassegnarsi velocemente alle nuove difficoltà, cercando di riavvicinarsi, momento dopo momento, all’idea che aveva di sé prima di trasferirsi nella baita.
Una narrazione asciutta e stringata, con pochi dialoghi e una colonna sonora praticamente assente, si concentra quindi sul personaggio di Jenny, dilaniata dalle responsabilità e appesa al suo sogno più grande. La ragazza sembra avere un unico obiettivo, ossia tornare a Ostia per poter gareggiare, ma pian piano la sua corazza viene scalfita dalla dolcezza del fratellino e da un amore che sostituisce quello paterno.
Qualche punto debole si riscontra nell’uso quasi ossessivo dell’oggettiva e dell’immagine fuori fuoco, ma questo rientra nella sperimentazione tipica di un’opera prima. Nel complesso Cloro è un buon esordio, che fa sperare in altre opere su tematiche sempre più importanti nella nuova cinematografia italiana (vedi Le Meraviglie). Particolarmente azzeccato il titolo, che comunica il senso di acredine e livore che pervadono Jenny per tutta la durata del film.
Applaudito all’ultima edizione del Sundance e alla 65. Berlinale (sezione Generation), Cloro esce oggi in sala distribuito da Good Films.