Biutiful: il film di Alejandro González Iñárritu con Javier Bardem

Biutiful, uscito nel 2010, con protagonista Javier Bardem. Ambientato in una Barcellona cupa sporca e ostile, vediamo il protagonista Uxbal (Javier Bardem) a cui capitano tutti i mali possibili, mentre tenta di sbarcare il lunario con una serie di traffici illegali, lucrando sugli immigrati cinesi e africani. Ha un tumore e pochi mesi di vita, ma non vuole curarsi. Tante persone dipendono da Uxbal, ma più di tutti i suoi due piccoli figli. Lui lotta per essere un buon padre per loro, così come immagina sia stato suo padre, che sogna di frequente ma non ha mai conosciuto. La madre dei suoi bambini è Marambra (Maricel Alvarez), donna senza troppi scrupoli, che si arrangia e si vende come massaggiatrice per prostituirsi. Dopo la diagnosi di cancro, Uxbal cerca di mettere a posto la sua vita e salvare i suoi bambini, nel poco tempo che gli resta.

Impostato in maniera diversa dai precedenti lavori e per una volta senza la sceneggiatura di Arriaga e dei suoi racconti a incastro, con il contributo essenziale del direttore della fotografia Rodrigo Prieto, Iñárritu ha scritto (con Nicolás Giacobone e Armando Bo) e diretto un film per una volta lineare, che colpisce al cuore lo spettatore con i temi che gli sono cari: l’attesa della morte (21 grammi), l’esperienza di tragedie improvvise, il rapporto padre-figlio (Babel) e la necessità di una redenzione per tutto il dolore che affrontiamo nella nostra vita. Questo dolore è presentato con un’estetica estrema, senza compromessi. Iñárritu segue spesso da vicino i suoi personaggi con la camera a mano, partecipa (e noi con lui) al loro strazio con primi piani e dettagli insistiti.

Ma il dolore è davvero tanto, troppo, e questo è un film nerissimo, intriso di disagio. Bardem si trascina attraverso una via crucis per le strade sporche e malandate di Barcellona, in compagnia di tanti altri sconosciuti ma legati dalla stessa realtà di rassegnazione e povertà. La pellicola si apre con una domanda: cosa starà inseguendo Uxbal? E non dà nessuna risposta, perché non c’è una risposta. Un cinema ultrarealistico e implacabile e una realtà tragica con cui non è facile confrontarsi…

Mi metteva paura il suono del mare quando lo ascoltavo da bambino per tutte le cose che vivono lì sotto e che non conosco…

Ecco il trailer: