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Aria e i suoi dieci grandi registi in lirica in dvd

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Dieci cortometraggi diretti da altrettanti registi e con un intento ben preciso: interpretare in fotogrammi, ricorrendo alla totale libertà artistica, celebri brani musicali appartenenti alla musica classica.
È ciò che avviene nell’interessante, atipico esperimento da grande schermo Aria, che, prodotto nel 1987 da Don Boyd, viene riscoperto su supporto dvd da Pulp Video, con commento audio – in versione originale non sottotitolata – dello stesso e trailer nella sezione riservata ai contenuti speciali.
Esperimento che, sulle note di Giuseppe Verdi, prima pone in scena una Theresa Russell in vesti maschili (con tanto di baffi) per farle rileggere, sotto la regia di Nicolas Roeg, l’attentato fallito a re Zoeg di Albania nella Vienna del 1831, poi, quando la macchina da presa passa nelle mani di Charles Sturridge, tira in ballo tristi immagini in bianco e nero di bambini ammalati o costretti alla sopravvivenza.

ARIA
Il maestro della Nouvelle Vague Jean-Luc Godard, invece, senza rinunciare a simbologie erotiche sfrutta temi di Jean-Baptiste Lully per mostrare gli inutili tentativi di seduzione operati da due nudissime ragazze nei confronti di impassibili culturisti; precedendo il Rigoletto verdiano che Julien Temple, con Beverly D’Angelo tra gli attori, utilizza nel raccontare in maniera divertente i tradimenti di un produttore cinematografico e della moglie.
Erich Wolfgang Korngold diventa per BruceA spasso con DaisyBeresford il giusto commento sonoro al sesso consumato in compagnia da una giovane e canterina Elizabeth Hurley, mentre Robert Altman ricorre a Jean-Philippe Rameau per immergersi in uno spettacolo settecentesco, in mezzo a nobili e scatenati malati di mente.
Prima che una esordiente Bridget Fonda si trovi alle prese con Richard Wagner, amore e morte per FrancQuadropheniaRoddam, ma anche che il Giacomo Puccini di Ken Russell trascini in atmosfere dal forte retrogusto horror, con volti femminili sfigurati e operazioni chirurgiche.
Al servizio di Derek Jarman, Tilda Swinton chiude tra ricordi di giovinezza, una anziana donna e Gustave Charpentier la oltre ora e mezza di visione tenuta oltretutto insieme da intermezzi che, a firma di Bill Bryden, vedono John Hurt clownescamente truccato e preso a cantare Ruggero Leoncavallo.
Una chicca da riscoprire.

Francesco Lomuscio

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