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Oscar 2015, i vincitori sono tutti maschi e bianchi…Le polemiche sulle scelte dell’Academy, tra razzismo e misoginia, un po’ di numeri!

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Andrà stasera in onda l’87° Cerimonia della notte degli Oscar 2015, l’evento cinematografico più prestigioso del mondo. Quest’anno più del solito l’ambito premio ha scatenato però alcune polemiche sulle scelte dell’Academy, accusata di razzismo strisciante e misoginia. Per la prima volta dal 1998 non troviamo infatti nessun candidato di colore tra gli attori e come quasi sempre è successo nella storia degli Oscar nessuna donna sceneggiatrice o regista. Il film Selma, biopic sulla vita di Martin Luther King è il grande deluso della serata. Nominato nella categoria “Miglior Film”, ha visto però ignorati la regista Ava DuVernay e l’attore protagonista David Oyelowo, che ha attaccato l’Academy con amarezza:

«Come afroamericani, noi siamo stati celebrati di più quando abbiamo interpretato ruoli servili, quando non eravamo il centro della narrazione, la sua forza trascinante. Denzel Washington avrebbe dovuto vincere per il ruolo di Malcolm X e Sidney Poitier per il personaggio interpretato in La calda notte dell’ispettore Tibbs piuttosto che per I gigli del campo”.

Sebbene sembrasse che negli ultimi tempi le cose fossero migliorate con la vittoria di 12 anni schiavo di Steve Mc Queen come Miglior film agli Oscar 2014, ora sembra invece sia stato fatto un passo indietro, come se per il popolo afroamericano fosse sufficiente solo una concessione e un riconoscimento alla volta…

Reginald Hudlin, produttore di Django Unchained (che è stato il primo produttore di colore a vincere un Oscar per il miglior film) ha così dichiarato:

“Sono felice per il cast e la troupe di 12 anni schiavo, ma vorrei che altri progetti di qualità analoga avessero simile attenzione”

“12 anni schiavo” di Steve Mc Queen

Secondo Darnell Hunt, regista del Centro Ralph J. Bunche for African American Studies all’Università della California (UCLA):

«Una parte del problema è che l’industria è incredibilmente ristretta mentalmente. Le persone che prendono le decisioni, che danno il via libera ai progetti, tendono a circondarsi di persone molto simili a loro».

Se si conta che il 98% dei produttori, il 98% degli scrittori e l’88% degli attori dell’industria cinematografica sono bianchi rimane davvero poco spazio per le minoranze e le diversità.

Del resto la storia degli Oscar parla chiaro, basta guardare i numeri. Uno studio condotto dal “Los Angeles Times” nel 2013 aveva rivelato che:

– l’intera Academy era composta per il 93 per cento da bianchi e per il 76 per cento da uomini.

– Halle Barry è l’unica donna di colore premiata come miglior attrice nella storia degli Oscar per L’ombra della vita nel 2002. Per quanto riguarda invece il miglior attore, è bianco il 91% (solo 7 attori di colore). In 85 anni di storia dell’Academy quindi meno del 4% degli attori premiati è costituito da persone di colore.

Halle Berry Miglior attrice agli Oscar 2002

– Il premio al miglior regista è andato per il 99% delle volte a un uomo. L’unica regista donna mai premiata è stata Kathryn Bigelow per The Hurt Locker nel 2010 (con un film guerrafondaio filo-americano) e solo quattro donne sono state nominate per il premio di miglior regista nella storia degli Oscar (oltre alla Bigelow, Sofia Coppola per Lost in Translation, Jane Campion per Lezioni di piano e l’italiana Lina Wertmüller nel 1977 per Pasqualino Settebellezze)

“Pasqualino Settebellezze” di Lina Wertmuller

– Tra i votanti dell’Academy il 94% è costituito da bianchi, per lo più maschi anziani (le donne sono solo il 23%).

Ci sarebbe quindi bisogno di un grosso rinnovamento, sia tra i membri dell’Academy che in generale nell’industria cinematografica, che oltre ad escludere le minoranze ignora completamente anche le donne. Bisogna fare i conti con il fatto che il 99% dei produttori, registi e sceneggiatori attivi sono tutt’oggi solo ed esclusivamente uomini.


    La regista tedesca Lexi Alexander (candidata agli Oscar per il cortometraggio Johnny Flynton e regista di Hooligans) si è dichiarata infastidita dal fatto che molti potrebbero pensare che sono le donne a non voler dirigere e ha così dichiarato sulla presenza delle donne a Hollywood:

    “Non sono le registe donne a mancare. Mettetevelo bene in testa: NON SONO LE REGISTE CHE MANCANO! Ma c’è una grande mancanza di persone desiderose di offrire un’opportunita alle registe donne.”

    La regista tedesca Lexi Alexander

    Una realtà davvero triste e sconfortante e una mentalità ristretta che non fa ben sperare per il futuro del cinema!

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