Peter Liechti
A cinematic poetics of resistance
Retrospettiva cinematografica
A cura di Piero Pala
17-20 Marzo 2010
Nuovo Cinema Aquila
Via l’Aquila, 68, Roma (Pigneto)
Questa retrospettiva, in anteprima italiana, vuole essere un sentito omaggio al più singolare e straordinario cineasta svizzero di cui il musicista americano Jim O’Rourke, stilando sulla rivista Artforum (gen 2009) i dieci migliori film che aveva visto, inserì il suo film Kick The Habit, 1989. La filmografia Liechtiana è proprio come un calcio alle abitudini, alle convezioni, e alle categorie di genere cinematografico che anche ultimamente hanno omologato il suo ultimo lungometraggio The Sound of the Insects – Record of Mummy, 2009, vincitore del prestigiosissimo premio European Film Award for Best Documentary Prix Arte 2009.
I progetti filmici di Peter Liechti hanno sempre sviluppato una grammatica di scrittura, ripresa e regia che è stata regolarmente affrontata attraverso un imprinting personale, come afferma l’autore “La realizzazione di un film corrisponde sempre a una certa fase della mia vita”; parafrasando Roger Gilbert-Lecomte un cinema dunque “dello spirito umano essenzialmente”, quello della prima persona che rimane fedele alla propria esperienza e a ciò che ha di più caro. Liechti struttura la sua primaria vocazione creativa studiando Storia dell’arte all’Università di Zurigo e con una formazione applicata al College di Arte e Design ora parte della Zurich University of the Arts. Con il tempo questa sua educazione si è sviluppata nella realizzazione di cortometraggi e lungometraggi più spiccatamente cinematografici dove il rapporto tra le due componenti primarie del cinema (immagine e suono) è sempre stato affrontato in maniera straordinariamente esemplare, catturando l’attenzione sia dei cinefili che degli appassionati delle sonorità più sperimentali. Tutti i suoi film sono l’espressione di una profonda passione e intima necessità “La vita mette alla prova le mie facoltà, e io deve renderle giustizia con i miei film” che contrasta con gli assetti produttivi del cinema commerciale, in cui gli interessi sono totalmente slegati dalle urgenze personali dell’autore, insomma come scrisse Isaac Mathes “una voce definita dalla sua sensibilità, sincerità, onestà”. Questo percorso creativo si è caricato il peso di una complessa ricerca artistica, indirizzandosi verso le differenti discipline artistiche della sua contemporaneità e interfacciandosi con un ambiente culturale anticonformista, dove il superamento della specificità univoca e convenzionale delle espressioni artistiche equivale ad un approccio eterodosso dell’espressione estetica. Per portare a termine Signers Koffer (La Valigia di Signer), 1995, Liechti impiegherà quattro anni che lo vedranno al seguito di Roman Signer, il Grand Jouer di Appenzello. Signer, artista visivo tout court, solitario, bizzarro e originale, imprevedibile come pochi altri, si destreggia, con una modestia ignota a chi opera in questo settore, con la dimensione oggettuale per mezzo di sculture, installazioni, fotografie e video, e in quella temporale con le azioni.
Peter Liechti sarà presente alle proiezioni
Per informazioni:
Nuovo Cinema Aquila – spazio per nuove visioni
via L’Aquila 68, 06.70.39.94.08