Focus Italia

Radio Egnatia

“Un on the road ricco di folklore balcanico, incontri occasionali con artisti gitani, verità mai raccontate e tante domande circa la reale solidità di un’Unione, quella Europea, che un momento prima sembra esistere e l’istante dopo, due passi più in avanti, non esiste più”.

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La via Egnatia era l’antica strada romana che fungeva da collegamento della via Appia nei Balcani, fino a Costantinopoli. Con l’intento di ripercorrerla idealmente, il regista Davide Bartali (membro del collettivo salentino Fluid Video Crew), guidato dall’artista ‘nomade’ partenopeo, Matteo Fraterno, con “Radio Egnatia” intraprende un viaggio dal porto di Brindisi fino alla moderna e cosmopolita Istanbul, passando per Durazzo, Valona, i confini macedoni, Salonicco e le terre di frontiera tra Grecia e Turchia. Un on the road ricco di folklore balcanico, incontri occasionali con artisti gitani, verità mai raccontate e tante domande circa la reale solidità di un’Unione, quella Europea, che un momento prima sembra esistere e l’istante dopo, due passi più in avanti, non esiste più.

Un’Europa vicina eppure in alcuni territori o lembi di terra lontana quanto una stella nello spazio. Ma la parte più interessante del viaggio è quella relativa alla ricerca di informazioni sul Mastroianni albanese, come amano definirlo gli intellettuali di Tirana, il brindisino Nicolino Gioia, attore emigrato. Dopo “Italian Sud Est” (2003), questo secondo documentario sulla strada è di certo un ulteriore passo in avanti per il collettivo pugliese, quasi una sorta di secondo tassello di una trilogia ora in attesa di una giusta conclusione. Il titolo “Radio Egnatia” simbolicamente fa riferimento ad una stazione radio immaginaria il cui palinsesto è costituito dall’intreccio di suoni e informazioni reali di quei luoghi

Giacomo Ioannisci

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