“Non c’è due senza te”, scritto da Fabio Troiano e Massimo Cappelli, che ne cura anche la regia, ha l’ambizione di accreditarsi come commedia degli equivoci, ma l’intenzione rimane disattesa in tutti i novantacinque minuti di pellicola.
Trama Alfonso, interpretato da Dino Abbrescia, e Fabio Troiano, nel ruolo di Moreno, sono una coppia gay. La loro vita è allegra e spensierata, ed è proprio questo che infastidisce l’acida e omofoba vicina di casa: la signora Capasso interpretata da Tosca D’Aquino. Ma la tranquillità verrà presto minata quando Moreno, che di professione fa l’interior design, incontra una nuova cliente: la splendida Belen Rodriguez nel ruolo di Laura, una professoressa di spagnolo. L’appuntamento di lavoro sarà galeotto e darà il via ad una serie di malintesi e verità da svelare.
Recensione Non c’è 2 senza te, scritto da Fabio Troiano e Massimo Cappelli, che ne cura anche la regia, ha l’ambizione di accreditarsi come commedia degli equivoci, ma l’intenzione rimane disattesa in tutti i novantacinque minuti di pellicola.
Sembra in realtà, che i veri protagonisti siano i cliché, visto l’utilizzo profuso in tutta la storia. Come quelli relegati al mondo dell’omosessualità, in grado di strappare una risata ad un pubblico poco attento al mondo in cui vive. La coppia gay viene raccontata superficialmente, i personaggi sono disegnati troppo velocemente e con poco spessore.
La coppia Abbrescia/Troiano ripete i siparietti/macchietta già visti in Cado dalle nubi di Checco Zalone, senza aggiungere qualcosa in più e, soprattutto, dimenticando un precedente cinematografico come La cage aux folles, soggetto e sceneggiatura di Jean Poiret e regia di Eduard Molinaro, meglio conosciuto con il titolo de Il vizietto (1978) che si avvalse di importanti riconoscimenti.
Troiani e Cappelli sono inciampati più volte nel grottesco senza però avere la forza di arrivare a mantenere quel tono fino in fondo. Questa incapacità o mancanza di coraggio ha reso totalmente poco credibili gli snodi narrativi, rendendo inefficaci i momenti più sarcastici del film.
Il set-up iniziale è indovinatissimo, ma nello scorrimento della storia viene tradito proprio nella dinamica narrativa, tanto da ridurre immeritatamente ad una macchietta l’intero finale.
Nel cast oltre a Dino Abbrescia e Fabio Troiano, Belen Rodriguez, perfetta nel ruolo che le è stato cucito addosso; Tosca D’Aquino, sempre bravissima anche se il ruolo affidatole non ha lasciato lo meritato spazio. Ma chi davvero si è distinto per la capacità attoriale per tutta la storia è Samuel Troiano, nipote di Fabio Troiano, nel ruolo di Niccolò il nipote di Alfonso.
La complessità dei toni della commedia, purtroppo, non è stata ancora risolta.
Alessia Gallo
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