In Sala

Notte al museo 3 – Il segreto del faraone

Ben Stiller è come sempre il protagonista della fortunata serie della 20th Century Fox arrivata al terzo episodio nel 2014. La regia è di Shawn Levy, e questa volta vede l’ambientazione in Gran Bretagna. Tra i protagonisti l’indimenticabile Robin Williams, Owen Wilson, Steve Coogan, Ricky Gervais, Dan Stevens

Published

on

Ben Stiller è come sempre il protagonista della fortunata serie della 20th Century Fox arrivata al terzo episodio nel 2014. La regia è di Shawn Levy, e questa volta vede l’ambientazione in Gran Bretagna che è anche la co/produttrice con gli USA. Tra i protagonisti l’indimenticabile Robin Williams, Owen Wilson, Steve Coogan, Ricky Gervais, Dan Stevens.

Cambio di scena per questa nuova vicenda: dal Museo di Storia Naturale di New York, si passa alla vetusta sede del British Museum. Anche lì la notte si anima con i personaggi del nuovo museo in particolare elefanti, tartarughe e guerrieri ninja, Garuda tibetani e Sir Lancillotto. Ma, orrore! Ecco comparire all’improvviso sulla tavola del faraone, che, come da copione dà vita a tutti i personaggi, un’inquietante muffa verde che sta ricoprendo gradualmente la tavola mettendo a rischio la vita e l’esistenza dell’allegra brigata.

Quando però si passa all’attacco e si dovrebbero scandagliare le possibili soluzioni al dramma paventato, queste non arrivano mai. Si procrastina all’infinito con scene e scenette che non portano a nulla. Il film, infatti, rivela una grande debolezza d’impianto. Spesso non si riesce a godere della trama; quello che è messo in evidenza sono una serie di sequenze di vicende tutte separate e autonome che divengono man mano delle piccole storie a sé stanti. Quello che conta sembra essere solo che ci sia una gag fortunata, ma quello che non si capisce è il fatto che non si riesca comunque a ridere veramente come nei precedenti film.

Una parte divertente e curiosa è la movimentazione delle metope del Partenone e di antiche classiche statue greche della famosa collezione di Lord Elgin. Citazione colta quella che riguarda l’ingresso dei personaggi all’interno di un quadro di Escher nel quale le prospettive assurde e i labirinti visivi, giocano brutti scherzi ai protagonisti.

I personaggi, in parte li conosciamo, sono tutti molto ben definiti ma purtroppo divengono sempre più interessanti al di fuori della storia, come in un assolo di jazz. Il simpatico custode Larry mantiene il suo ruolo ma è soprattutto il suo doppio, da lui stesso interpretato, il cavernicolo dai capelli rasta che continua a chiamarlo papà, a essere simpatico.

I personaggi che prendono vita durante la notte sono però meno incisivi delle volte precedenti; piuttosto inquietante la vicenda di Roosevelt, alias Robin Williams, che diventa improvvisamente fragile di fronte a noi che ne cogliamo a posteriori le valenze, soprattutto quando vediamo nella scena lo staccarsi le mani di Stiller da Williams per il sacrificio realizzato dal suo personaggio. Tutti rimaniamo interdetti e commossi avendo coscienza del fatto che Williams si è effettivamente tolto la vita.

Anche se tutto è garbatamente divertente e interessante, non si realizza mai un punto culmine d’ironia o di compiutezza scenica che sarebbe necessario alla storia. Saranno state le componenti inglesi che hanno raffreddato gli animi? Anche il rapporto di Larry con il figlio non risulta particolarmente interessante. Il film nel complesso è piuttosto banale, anche se gli effetti speciali e le simpatiche figure degli animali in movimento rendono accettabile la pellicola. Troppo spezzettate sono le vicende che sembrano non avere attinenza specifica tra di loro o almeno che non rivelano una linea significativa nella storia, fatto molto noioso perché risultano inutili per la conduzione globale della narrazione. Nel complesso un film che si lascia simpaticamente vedere senza creare particolari emozioni.

Alessandra Cesselon

Commenta
Exit mobile version