Un capolavoro di Roman Polanski, Il pianista: Palma d’oro, David di Donatello al film e Nastro d’argento al regista e tre Oscar nel 2003 (regia, protagonista Adrien Brody e sceneggiatura di Ronald Harwood) sono solo i premi principali ricevuti da questo grandissimo film.
Adrien Brody interpreta Wladyslaw Szpilman – celebre pianista ebreo polacco, dal cui libro è tratto il film – che sfugge alla deportazione e si ritrova a vivere nel ghetto di Varsavia, tra disperazione e lotta per la sopravvivenza dei suoi abitanti. Il suo talento lo aiuterà, perché sarà aiutato da un ufficiale nazista amante della sua musica.
Roman Polanski affronta dunque l’Olocausto e la deportazione ebraica,vissute davvero quando era bambino, catapultandoci nel ghetto di Varsavia e rappresentando in maniera cruda e realistica la disperazione, l’orrore e la fame degli ebrei del Ghetto.
Un film terribile e sconvolgente, come è stato il nazismo, che ci porta a farci l’eterna domanda: come è potuto succedere? Il nazismo che prende il potere tra l’arrendevolezza delle istituzioni e della società, il predominio dell’ignoranza, la prepotenza e la violenza, la sottrazione dei beni agli ebrei, il confinamento nel ghetto, la stella di David, la fame, il lavoro forzato, la deportazione nei campi di sterminio…
Un solo barlume di speranza in tutto questo orrore, l’arte, la musica, quella che porterà il protagonista a salvarsi. E noi in queste “giornate della Memoria” vogliamo credere con Szpilman e con Polanski che questa sia davvero la speranza e che anche il Cinema, soprattutto alto come questo, ci possa salvare…