Il film, diretto da Anne Fontaine e girato in Francia, uscirà nelle sale italiane il 29 gennaio. Gemma Bovery è una commedia divertente, che unisce al riso quello che è il retrogusto amaro di una tragedia quotidiana.
Trama Martin è un intellettuale parigino riciclatosi, più o meno volontariamente, come panettiere in un paesino della Normandia. Delle sue ambizioni di gioventù gli rimane una fervida immaginazione e una passione mai sopita per la grande letteratura, in particolare per le opere di Gustave Flaubert. Questa passione si risveglia quando una coppia di inglesi, dai nomi curiosamente famigliari, si trasferisce in un rustico nelle vicinanze. I nuovi arrivati si chiamano Gemma e Charles Bovery , e persino i loro comportamenti sembrano poter imitare i comportamenti di Madame Bovary. Martin si prodiga affinché il destino della coppia non segua la stessa trama, ma la bella Gemma Bovery non ha letto i classici della letteratura e intende vivere la propria vita come più le piace.
Recensione Una commedia sentimentale, dai tratti delicati e mai sfrontati, dove l’eros invade una quotidianità statica e spesso monotona. Sullo schermo la regista di Coco avant Chanel porta l’adattamento della graphic novel scritta da Posy Simmonds. Il tutto ruota intorno alla figura della bella Gemma e al fascino che costei riesce ad emanare con una semplicità che si fa maliziosa. L’amore diventa gioco e passione andando a scalfire quella noia che si insinua non solo nella vita dei coniugi Bovery, ma anche in quella dell’intero villaggio. La sfera sensoriale prende il sopravvento nella pellicola, sembra quasi che lo spettatore possa sentire lui stesso il profumo del pane, quel pane che diviene il leitmotiv. Si guarda tramite gli occhi del protagonista Martin che, spesso nascondendosi, è il perfetto regista della storia. Inventa e crea fantasie su Gemma essendo stato anche lui rapito dal fascino della donna.
Gemma Bovery è un film che non dimentica mai l’umorismo, un umorismo che sa tanto di commedia inglese. La scena sembra quasi un teatro dove gli attori, ognuno ben caratterizzato, si muovono negli stessi ambienti. La comicità mai chiassosa va di pari passo con il tema letterario che sin da subito viene introdotto. Il vero protagonista sembra infatti essere il romanzo di Gustave Flaubert che come un burattinaio muove i fili, un ottimo espediente che lega ogni parte. Piace l’atmosfera tranquilla e quel raccontare piano e mai agitato della farsa. Il finale risulta un tantino banale, ma perfettamente inserito nella cornice comica. Una commedia sentimentale che riesce senza mai calcare la mano a riportare sullo schermo uno dei più grandi classici della letteratura francese.
Alessandra Balla