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Sei mai stata sulla luna?

Anche in questo film Paolo Genovese dichiara di voler osare, ma non riesce a tirar fuori il coraggio di esasperare le sue storie, magari spingendo di più nel contrapporre i differenti profili psicologici. Questo lungometraggio, in particolare, è fragile nella struttura narrativa, il tema frana subito ed è difficile ritrovarlo nel resto del film.

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Il 22 gennaio, esce nelle sale italiane “Sei mai stata sulla luna?” di Paolo Genovese, una commedia sentimentale country-glam, tra le passerelle dell’alta moda e i tipici paesaggi pugliesi.

Trama Guia, interpretata dalla splendida Liz Solari, è un’affermata giornalista di una prestigiosa rivista internazionale di moda. Guida una spider di lusso e viaggia tra Milano e Parigi con jet privato. Ha tutto, o almeno crede, fino a quando, in uno sperduto paese della Puglia, incontra Renzo, interpretato da Raul Bova, l’affascinante fattore del luogo che le farà capire che nella sua vita manca l’amore.

Recensione  In quest’ambientazione poco probabile, si snoda la storia principale davvero poco credibile.

Già l’idea che una giornalista di successo si rechi personalmente a visionare una proprietà ereditata, di cui ha intenzione di disfarsi, ci costringe a fare uno sforzo di fantasia per continuare a seguirla, ma anche se vogliamo sorvolare è ancor meno credibile che la stessa giornalista di successo lasci la “settimana della moda”, l’evento più importante dell’anno, per fare la contadinella in un piccolo paese della Puglia.

Fortunatamente l’universo umano che fa da coro è molto più coinvolgente, non tanto per i dialoghi, a volte troppo semplici, piuttosto per la bravura degli attori.

I personaggi che ruotano intorno agli “improbabili” innamorati raccontano alcuni aspetti della vita contemporanea, come Mara, interpretata dalla bravissima Sabrina Impacciatore, che cerca il vero amore nelle chat d’incontri e ogni volta che va ad un appuntamento torna sempre delusa. Questa forsennata ricerca le impedisce di vedere che il vero amore è più vicino di quanto pensi. Lo spasimante “invisibile” di Mara è Felice, interpretato da Emilio Solfrizzi, che racconta di aver girato il mondo, ma in realtà non è andato oltre Cologno Monzese.

E poi Sergio Rubini, meraviglioso nel ruolo di Delfo, fratello di Mara, e Neri Marcorè, che interpreta Pino, il cugino autistico della bella Guia, un personaggio ben scritto e ancor meglio interpretato.

Bella fotografia, ottima la scelta musicale, tutto ben miscelato e il risultato sembra una commedia “patinata”, in cui risaltano prevalentemente l’assenza di verosimiglianza in alcuni punti della storia, l’assenza di “tensione” narrativa e le evidenti forzature.

Anche in questo film Paolo Genovese dichiara di voler osare, ma non riesce a tirar fuori il coraggio di esasperare le sue storie, magari spingendo di più nel contrapporre i differenti profili psicologici. Questo lungometraggio, in particolare, è fragile nella struttura narrativa, il tema frana subito ed è difficile ritrovarlo nel resto del film.

Alessia Gallo

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