Basterebbe mettere a confronto i trailer di Exodus, ultima regia di Ridley Scott, nella quale interpreta il principe egiziano Mosè, e di Knight of Cups, attesissima pellicola di Terrence Malick protagonista, tra gli altri, della prossima Berlinale, dove veste i panni di un attore vittima di una crisi professionale e personale, per avere un’idea della tipologia di interprete incarnata da Christian Bale. Due registri così dissimili, per veemenza uno e liricità l’altro, che sintetizzano la cifra stilistica di un attore compiuto, capace di trasformare voce e corpo, fino a stravolgerli, per metterli al completo servizio dei ruoli che interpreta. Una carriera quasi trentennale la sua, iniziata da bambino come testimonial per alcune pubblicità e proseguita con un debutto, nel 1984, nel West End londinese che l’ha visto affiancare Rowan Atkinson (Mr. Bean) nell’opera The Nerd. Da teatro al cinema il passo è stato breve e soli tre anni dopo è protagonista, diretto da Steven Spielberg, dell’emozionante L’Impero del Sole per la cui prova attoriale verrà premiato e lodato. Dieci anni dopo, con il ritratto generazionale dalle tinte glam di Velvet Goldmine lo troviamo ad un passo dal ruolo che costituirà un prima e un dopo nella sua carriera: American Psycho.
Il ruolo dello yuppie psicopatico, nato dalle pagine dell’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis, è il grado zero della trasformazione fisica che porterà agli estremi nelle pellicole successive. Dalla perdita impressionate di peso indispensabile per interpretare Trevor Reznick ne L’uomo senza sonno ai muscoli messi in risalto dall’aderente tuta nera di Batman nella trilogia de Il Cavaliere Oscuro firmata da Christopher Nolan, passando per il fisico emaciato dell’ex pugile Dicky Eklund in The Fighter fino al corpo stravolto dai chili in eccesso necessari per interpretare il truffatore Irving Rosenfeld in American Hustle, Bale ha usato il corpo come mezzo narrativo, mai con un atteggiamento ruffiano, ma usandolo come strumento imprescindibile per la completezza del personaggio. Famoso per la disciplina e la concentrazione con le quali affronta il set, tanto da divenire virale la sua furiosa strigliata a Shane Hurlbut, direttore della fotografia reo di aver interrotto una scena durante le prove, Christian Bale è parte integrante dello star system hollywoodiano ma, al tempo stesso, è artigiano di se stesso, capace di aggiungere un dettaglio, calibrare un accento, smussare un gesto per plasmare, con fatica e impegno, un nuovo personaggio.
Manuela Santacatterina