Dall’Iran del 1953 fino al Cile di Pinochet del 1973 e al tentativo di golpe sventato da Hugo Chavez in Venezuela nel 2002, sono questi gli esempi fatti da Oliver Stone per spiegare l’attivismo della Cia, da sempre in prima fila nella destabilizzazione dei governi che per qualche misura vengono ritenuti sgraditi dalla Casa Bianca. L’ultimo stato rovesciato in ordine di tempo è l’Ucraina di Viktor Yanukovich, presidente regolarmente e democraticamente eletto che è stato intervistato da Oliver Stone per il suo nuovo documentario:
“Ho intervistato Viktor Yanukovich per quattro ore a Mosca per un nuovo documentario in lingua inglese prodotto da ucraini. E’ stato il legittimo presidente dell’Ucraina fino a quando improvvisamente è stato rimosso il 22 febbraio di quest’anno. Racconterò i dettagli nel documentario, ma sembra chiaro che i cosiddetti “tiratori” che hanno ucciso 14 uomini della polizia, ne hanno feriti circa 85 e hanno assassinato 45 civili che protestavano, erano provocatori infiltrati dall’estero. Molti testimoni, tra cui Yanukovich e funzionari di polizia, credono che questi individui stranieri siano stati introdotti da gruppi filo-occidentali con lo zampino della CIA. Ricordate il cambio di regime/colpo di stato del 2002, quando Chavez è stato temporaneamente estromesso, dopo che manifestanti pro- e anti-Chavez erano stati colpiti da misteriosi cecchini nascosti in palazzine di uffici? Assomiglia anche alla tecnica usata all’inizio di quest’anno in Venezuela quando il governo legalmente eletto di Maduro è stato quasi rovesciato con l’uso di violenza mirata contro i manifestanti anti-Maduro. Basta creare un bel po’ di caos, come ha fatto la CIA in Iran nel ’53, in Cile nel ’73 e in innumerevoli altri colpi di stato e il governo legittimo può essere rovesciato. E’ la tecnica del soft poweramericano noto come “Regime Change 101“.
Oliver Stone si poi concentrato in particolare proprio sul “massacro del Maidan” quello descritto dai media di tutto il mondo come la prova del fatto che il governo di Yanukovich meritasse di venire rovesciato, ricordando come il 21 febbraio, ovvero un giorno prima, proprio Yanukovich avesse stretto un accordo con i partiti dell’opposizione e tre ministri degli esteri dell’Ue su delle elezioni anticipate. Peccato che quel patto venne misteriosamente dimenticato e gruppi di neonazisti armati costrinsero proprio il presidente legittimo a fuggire dall’Ucraina permettendo così alle opposizioni di varare un governo filo-occidentale subito riconosciuto dalla Casa Bianca, proprio come il governo golpista del 2002 in Venezuela contro Chavez.
Insomma, Stone sottolinea come i media siano riusciti a vendere la versione della crisi della “Russia in Crimea“, mentre al contrario bisognerebbe parlare di “Usa in Ucraina”. Oliver Stone purtroppo però è sempre più una voce isolata nel palcoscenico internazionale dove in troppi sono disposti a credere a qualsiasi visione venga proposta dalla Casa Bianca.
Fonte: Tribuno del Popolo