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Aria

“Nel corto girato da Claudio Noce è la periferia romana quella inquadrata; Tor Bella Monaca è protagonista della pellicola al pari del timido ed insicuro Giorgio, ragazzo alle prese con sofferenze famigliari e problemi di integrazione con i coetanei. Il corto, girato nel 2004 e vincitore del David di Donatello e del Nastro d’Argento, è una piccola perla tra i corti italiani”

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Quando il cinema indipendente decide di mostrare la realtà sociale che ci circonda, è spesso la periferia della grande città che viene presa in considerazione. Nel corto girato da Claudio Noce è la periferia romana quella inquadrata; Tor Bella Monaca è protagonista della pellicola al pari del timido ed insicuro Giorgio, ragazzo alle prese con sofferenze famigliari e problemi di integrazione con i coetanei, costretto ad affrontare queste difficoltà nello strano periodo della vita che è quello adolescenziale, dove l’abbraccio di una madre e la parola di un padre posso significare tanto o niente.

La gabbia costituita dagli alti palazzi, gli edifici semi-distrutti o abbandonati, le strutture metalliche logorate dal tempo che rappresentano minaccia e protezione per gli abitanti del quartiere, costituiscono la cornice di questa storia. In questi luoghi ostili , dove la sensibilità sembra essere estranea, il “mafiosetto” interpretato da Michele Amoruso è simbolo di sicurezza e potere; è la delinquenza che porta rispetto e considerazione, la stessa che vorrebbe avere Giorgio con i suoi coetanei. La macchina da presa a mano, sempre mobile e pronta a perdersi in una sfocatura, restituisce allo spettatore una sensazione di insicurezza e instabilità, la stessa provata da Giorgio e da tanti abitanti della periferia come lui. Il corto, girato nel 2004 e vincitore del David di Donatello e del Nastro d’Argento, è una piccola perla tra i corti italiani. Non resta che aspettare il lungometraggio, attualmente in lavorazione, del promettente Claudio Noce.

Vittorio Antonacci