“Fight club”, un vero e proprio manifesto anti-consumista

“Prima regola del Fight Club non parlare mai del Fight Club. Seconda regola del Fight Club è che non si parla mai del Fight Club. Terza regola del Fight Club, quando qualcuno dice basta o non reagisce più, il combattimento è finito.”

Ci tocca infrangere le regole e parlare di questo bellissimo film di Fincher del 1999, tratto dall’omonimo libro di Chuck Palahniuk. Un vero e proprio manifesto anti-consumista, che contiene una feroce critica all’alienazione della vita moderna. Edward Norton, grande protagonista del film, è un infelice yuppie, consulente di un’azienda assicurativa, frustrato ansioso e insonne. Dal punto di vista materiale ha tutto ciò che potrebbe avere (memorabile la scena in cui passa in rassegna la sua casa come in un catalogo Ikea), ma la sua infelicità lo porta a cercare conforto nei gruppi di ascolto per malati terminali di tumore.

Qui sembra trovare un po’ di sollievo, finché non viene in contatto con l’allucinato e affascinante personaggio di Marla (Helena Bonham Carter), una strana donna che si aggira per la città fumando quintali di sigarette in attesa della sua imminente morte. Ma l’incontro principale che darà una svolta alla sua vita è con con Tyler Durden, un eccentrico (e bravo e bellissimo) Brad Pitt, nei panni di un venditore di saponette che teorizza l’anticonformismo e l’anarchia dal capitalismo:

“Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante merda del mondo!”

Tyler si scopre essere il fondatore del Fight Club, un gruppo segreto i cui appartenenti sono uomini alienati che per sentirsi vivi non riescono a fare altro che massacrarsi di botte.

Tre grandi attori, perfetti nella parte, una sceneggiatura impeccabile, grande regia di Fincher e montaggio frenetico, un film che ci dà un ritratto cupo e paranoico del disagio dell’uomo moderno, assolutamente imperdibile!