“Thierno Thiam, è un ragazzo senegalese che, con in tasca il diploma da sarto, decide di partire per l’Italia in cerca di fortuna nel campo della moda, per tornare a casa ricco e sposare Fatou, figlia del medico del villaggio.”
Thierno Thiam, è un ragazzo senegalese che, con in tasca il diploma da sarto, decide di partire per l’Italia in cerca di fortuna nel campo della moda, per tornare a casa ricco e sposare Fatou, figlia del medico del villaggio. In Italia troverà l’aiuto di alcuni connazionali e di alcuni italiani, ma anche la diffidenza di molti e una sorta di ostilità delle forze dell’ordine, in perenne allerta contro il terrorismo. Dopo aver toccato il fondo , il ragazzo riuscirà a risollevarsi grazie a un lavoro come tappezziere e all’amore per Laura. In bilico tra due paesi, due culture e due donne ugualmente amate, Billo cerca una soluzione. Billo, Il Grand Dakhaar è la storia vera di un’integrazione riuscita, una commedia piena di ironia, sentimenti, colpi di fortuna, ma anche vitalità, ottimismo e determinazione, con un finale aperto.
In un paese come l’Italia dove sono in aumento episodi di xenofobia, spesso stereotipati dai mass media, dove la parola migrante corrisponde a criminalità, ma anche dove il cinema italiano degli ultimi tempi ci restituisce una visione dell’immigrazione come possibilità di integrazione. Un cinema che riesce ancora una volta a dar voce ai vinti. Con le spledide musiche di Youssou N’dour, questo film è consigliato caldamente a tutti, augurandoci che un’altra Italia è possibile.
Sonia Cincinelli
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