Anno: 2014
Durata: 102’
Genere: Thriller / Dramma
Nazione: Australia
Regia: David Michôd
Outback australiano, dieci anni dopo un non meglio precisato collasso globale. Tre rapinatori sono in fuga da un colpo andato storto. Un quarto, il fratello di uno degli uomini, è apparentemente morto. Non lontano, un uomo solitario, si sta dissetando in una stazione di servizio. I tre gli rubano la macchina, ma l’uomo si mette al loro inseguimento. Per strada raccoglie il fratello creduto morto e lo prende in ostaggio, costringendolo a indicargli la strada che porta al nascondiglio della banda…
Per quanto riguarda i road movie in generale e quelli ambientati in un futuro distopico in particolare, gli australiani sembrano avere una particolare predilezione fin dai tempi di Mad Max (George Miller, 1979). L’outback australiano poi ha fatto da sfondo alle pellicole più terrificanti da Wake in Fright (Ted Kotcheff, 1971) a Long Weekend (Colin Eggleston, 1978). La trama di The Rover è essenziale e la regia di David Michôd si affida completamente all’interpretazione dei suoi due protagonisti. Guy Pearce, che aveva lavorato con Michôd già nel debutto Animal Kingdom (2010), ogni volta che recita nel suo paese nativo sembra rinascere (vedere la recente serie di film televisivi Jack Irish per credere, qui in più gli mettono delle frasi, leoniane a dir poco, in bocca) e Robert Pattison è misurato il giusto nel dare volto a questo ragazzo, un po’ semplice, ma dalla lealtà incrollabile. La sua prova rimane la più grande sorpresa del film.
In fondo in The Rover è tutto molto semplice. Un uomo, al quale rubano l’unica cosa che ancora possiede ed è disposto a tutto pur di recuperarla, trova invece un improbabile amico. Anche se storie del genere se ne sono viste a dozzine, Michôd mostra una bella mano e riesce a tenere la tensione fino in fondo, nonostante qualche deriva esistenziale di troppo. L’atmosfera è cupa e disperata, eppure il regista qua e là sparge qualche barlume di speranza per questa umanità così imbruttita. Quindi la spietata caccia all’uomo si trasforma in un percorso di amicizia, tra violenza, e momenti di riflessione, fino all’ultima struggente inquadratura. Si possono notare tracce di The Road di Cormac McCarthy (adattato guarda caso da un altro australiano, John Hillcoat, e nel quale Pearce fa un cameo), qui però c’è quell’elemento ozploitation che gli dà una marcia in più. Da lasciare senza fiato, come sempre, gli scenari naturali australiani.
Due parole sul collettivo Blue Tongue Films, di cui Michod, insieme a Spencer Susser, Nash e Joel Edgerton, Kieran Darcy-Smith e altri, è membro fondatore. The Rover è un altro tassello interessante in una filmografia di gruppo che include The Square (2008), Animal Kingdom (2010), Hesher (2010) e Wish you were here (2012), senza contare una dozzina di corti. The Operators, Il prossimo film di Michôd con protagonista Brad Pitt, potrebbe significare un’ulteriore salto di qualità. Sicuramente l’Australia non viveva un momento così creativo dall’inizio degli anni Ottanta e in buona parte è anche merito della Blue Tongue Films.
Paolo Gilli