Occhio se al momento della dipartita il vostro vecchio vi lasciasse in eredità una villetta viager in un quartiere delizioso di una capitale europea o ‘chessoio’. Tutto profumerebbe di svolta, sì certo, ma del palazzotto potrebbero essere inclusi gli inquilini, trasformando il tutto in un pacco totale… di faccende scottanti. Esordisce così alla regia cinematografica il drammaturgo settantacinquenne Israel Horovitz, portando sullo schermo una storia scritta per il teatro e in teatro già rappresentata con successo, prima al Promenade Theater di New York, poi in tournée in giro per la Germania, la Russia e la Francia.
L’erede in questione è Mathias (Kevin Kline), newyorkese scombinato di mezz’età che quando atterra a Parigi per riscuotere l’eredità del padre, si accorge che l’appartamento ricevuto in lascito è un viager ancora occupato dalla vecchia caparbia Mathilde (Maggie Smith) e dalla di lei irrisolta figlia cinquantenne Chloé (Kristin Scott Thomas).
Il risultato è un film molto carino i cui personaggi sembrano quelli delle commedie shakespeariane dall’irresistibile tenore scoppiettante fatto di battute a ritmo serrato e schermaglie senza esclusioni di colpi e dal fatidico inaspettato colpo di scena che, come in ogni testo drammatico che si rispetti, segnerà un netto cambiamento di passo, lasciando emergere la drammatica profondità dei personaggi messi a nudo nelle loro fragilità. Kevin Kline, sempre più affascinante con gli anni, è giustissimo per il ruolo di Mathias. My old lady è un film da vedere, molto piacevole, coinvolgente e che restituisce un briciolo di speranza agli sfiduciati che si sentono, ormai, rottami arrivati al capolinea.
Manuela Materdomini