“Lo sciacallo” è un prodotto ben confezionato, la sceneggiatura spiccatamente nuova ed originale segna un aspetto di estrema attualità che fa parte della vita di tutti i giorni. La regia non smette mai di mostrarci il grande decoupage di reportage che compone il film tra corse spietate in macchina e video spietatamente cruenti e reali
“Il mio motto è: se vuoi vincere la lotteria, guadagnati i soldi per il biglietto”: questo il modus vivendi del protagonista di questa pellicola targata Dan Gilroy (sceneggiatore di The Bourne Legacy) che segna il suo debutto alla regia. Il film segue la scia del fenomeno dello citizen journalism, i grandi mezzi di comunicazione ufficiali attingono ai video e materiali di utenti privati per i loro servizi di informazione di massa.
Lou Bloom (Jake Gyllenhaal – Donnie Darko, Prisoners) non riesce a trovare lavoro; un giorno assiste per caso a un incidente stradale e ha un’illuminazione: si procura una videocamera e da quel momento passa le notti correndo sui luoghi delle emergenze per riprendere le scene più cruente e vendere il materiale ai network televisivi. La sua scalata al successo lo rende sempre più spietato finché, pur di mettere a segno uno scoop sensazionale, arriva a interferire pericolosamente con l’arresto di due assassini. Questi giornalisti freelance, conosciuti come gli sciacalli, vanno a caccia di incidenti, incendi, omicidi nei vasti meandri di Los Angeles nella speranza di vendere le riprese alle tv locali. La città degli angeli ha un ruolo centrale in Lo sciacallo; Gilroy, che vive a Los Angeles da 20 anni, voleva opporsi all’immagine stereotipata della città come deserto di autostrade dando allo spettatore un susseguirsi immediato, frenetico di scenari urbano-apocalittici. Per il regista la sottocultura notturna del cacciatore reietto di notizie è il mondo perfetto dove gettare il protagonista, incarnazione di una giovane generazione alienata in un futuro in cui gli stage ed il salario minimo hanno rimpiazzato la promessa di un lavoro a tempo pieno e di una carriera.
Lo sciacallo è un prodotto ben confezionato, la sceneggiatura spiccatamente nuova ed originale segna un aspetto di estrema attualità che fa parte della vita di tutti i giorni. La regia non smette mai di mostrarci il grande decoupage di reportage che compone il film tra corse spietate in macchina e video spietatamente cruenti e reali.