Luca Miniero torna a firmare una brillante commedia dove si respira la piacevolezza della fanciullezza data dall’incontro tra alunni napoletani e toscani.
De Sica e Papaleo di nuovo a scuola ma in vesti diverse da quelle di scolari: qui sono loro ad insegnare perché Filippo Brogi (De Sica), preside di una scuola media toscana, e Gerardo Gergale (Papaleo), insegnante di tecnologia di una scuola media di Acerra (Napoli), saranno uniti, per un puro equivoco all’italiana, dall’obiettivo di vincere la Coppa di Scuola dell’Anno. Per vincere tale ambito premio il preside cerca di organizzare un gemellaggio con degli studenti di Accra, Ghana, ma il maldestro bidello della scuola, con lo zampino della tecnologia, per sbaglio manda la richiesta ad Acerra. Ed ecco che la Toscana si ritrova ad accogliere una classe di ragazzini napoletani scatenati che, dopo un primo impatto poco cordiale con gli altri scolari, si ritroveranno a gustare il significato della bellezza dell’incontro tra due regioni diverse, ognuna con il suo background culturale che verrà condiviso nel corso della pellicola.
L’obiettivo del regista è quello di raccontare lo scambio scolastico fra una scuola “sgarrupata” di Acerra ed un’altra della Val d’Orcia che non ha problemi di sopravvivenza; il confronto poveri-ricchi/sud-nord si rivela in ambito scolastico animato da un profondo divario. La denuncia, o piuttosto presa di coscienza, è rivolta alla mancanza di motivazioni di una classe docente trascurata da decenni sia a nord che a sud. Un viaggio di formazione quindi dell’Italia di oggi che invece di piangersi addosso si mette in cammino.
La bravura di Miniero risiede nel fare un cinema popolare che possa parlare a tutti ma soprattutto a se stesso. Dagli esordi di Incantesimo napoletano la sincerità nel trattare la condizione sociale è rimasta la stessa insieme ad un atteggiamento paritario con il pubblico che non porta mai l’autore a credersi migliore. Punti chiave del film risultano essere la sua attualità e il suo messaggio comico-amaro; infatti il personaggio del preside napoletano, interpretato da un unico Lello Arena, simboleggia l’Italia, un paese che prova a rialzarsi nonostante il ritardo politico.
Un film che è un socio-musical gradevole da vedere e pieno di verità su cui riflettere.