In Sala

Ritorno a l’Avana

Ottime le interpretazioni dei protagonisti: Jorge Perugorría, Isabel Santos, Fernando Hechevarria, Nestor Jimenez. Più una piece teatrale che un film

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Vite di persone mature che si raccontano, gente di oggi e, come tutti, solo apparentemente serena. Cittadini del mondo nei sentimenti e nelle vicende semplici di vita, ma anche gente di L’Avana. Come tutti i sessantenni del mondo, che hanno fatto parte di quel momento magico della contestazione giovanile, sono eredi dei Beatles e dei Rolling Stones e della rivoluzione; ricordano gli anni ’60 e la loro follia, filtrati però dalla società cubana.  Di conseguenza dall’incontro con un amico, Amadeo, che era fuggito e vissuto in Spagna per sedici anni, si snoda una sequenza di ricordi che portano a scoprire le disillusioni di un mondo privato e politico vagheggiato e sognato; di realtà positive solo all’apparenza che nascondono invece un vuoto e un’angoscia abissali.

Pochi tra loro si salvano e solo per la purezza di cuore e la positività di fondo. Unico scenario sono i tetti e le terrazze della città con il mare sullo sfondo. Un luogo rumoroso, degradato e inquieto. Unico tempo, una notte di parole e di scoperte di se stessi; della realtà amara e crudele che all’alba del nuovo giorno non si può più nascondere. La pellicola è firmata da Laurent Cantet e scritto dal regista insieme a Leonardo Padura. Ottime le interpretazioni dei protagonisti: Jorge Perugorría, Isabel Santos, Fernando Hechevarria, Nestor Jimenez. Più una piece teatrale che un film.

Alessandra Cesselon

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