Venezai 71: “Io sto con la sposa” di Antonio Augugliaro, Gabriele del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry (Fuori Concorso)
Il film, prodotto da Gina films, in associazione con DocLab, è stato finanziato da una campagna di crowdfunding online sulla piattaforma Indiegogo, si è aggiudicato tre premi collaterali annualmente assegnati durante il Festival: il Premio FEDIC, il premio HRNs – Human Rights Nights Award per il Cinema dei Diritti Umani.
Regia: Antonio Augugliaro/Gabriele del Grande/Khaled Soliman Al Nassiry
Data di uscita: 9 Ottobre 2014
Un film-documentario che è anche un atto politico, di disobbedienza civile, contro leggi ingiuste, contro chi respinge popoli e innalza barriere. Diretto da Antonio Augugliaro, Gabriele del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry e presentato Fuori Concorso nella sezione Orizzonti della 71esima Mostra del Cinema di Venezia, il film, prodotto da Gina films, in associazione con DocLab, è stato finanziato da una campagna di crowdfunding online sulla piattaforma Indiegogo – che ha consentito di raccogliere in soli 60 giorni (dal 19 maggio al 17 luglio 2014) ben 100mila euro grazie al contributo di oltre 2.617 persone da 38 paesi di tutto il mondo, aggiudicandosi tre premi collaterali annualmente assegnati durante il Festival: il Premio FEDIC, il premio HRNs – Human Rights Nights Awardper il Cinema dei Diritti Umani.
La pellicola testimonia in presa diretta la storia realmente accaduta di alcuni artisti palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa e diretti in Svezia che, con l’aiuto di un gruppo di amici italiani, sulle strade fra Milano e Stoccolma, nel novembre 2013, si fingono invitati di una sposa, travestiti da cerimonia, mentre lei indossa l’abito bianco per rendere credibile la messinscena. Grazie al coraggio ed alla condivisione di un sogno, che poteva e potrebbe ancora costare molti anni di prigione a chi lo ha portato avanti, gli artisti raggiungeranno la meta agognata.
“Le riprese hanno sempre dovuto mediare con le esigenze dell’azione politica – spiegano i registi – perché in Svezia ci dovevamo arrivare per davvero, e nel più breve tempo possibile. Questo ha comportato ritmi di lavoro durissimi, anche dodici ore di macchina al giorno: condividere un grande rischio e un grande sogno ci ha inevitabilmente unito ed ha cambiato il nostro sguardo sulla realtà, aiutandoci anche nella ricerca di una nuova estetica della frontiera, di un linguaggio cioè che, senza cadere nel vittimismo, fosse capace di trasformare i mostri delle nostre paure negli eroi dei nostri sogni, il brutto in bello, i numeri in nomi propri.” Il docu-film uscirà in sala nel mese di ottobre distribuito da Cineama.