Da riscoprire su RAI Play (o in abbonamento su Apple TV o in Dvd e Blue Ray) é Hungry Hearts, diretto da Saverio Costanzo. Il regista costruisce un film che oscilla tra il dramma familiare, quello psico-sociale ed il thriller, con un crescere della tensione narrativa che rappresenta una delle sue principali cifre stilistiche, già apprezzate in Private, In memoria di me e La solitudine dei numeri primi.
Una storia d’amore e di ossessione che ha portato all’Italia la prestigiosa Coppa Volpi, per la migliore interpretazione femminile, conferita ad un’Alba Rohrwacher in piena maturità espressiva, ormai perfettamente a suo agio nei ruoli di donne psichicamente a rischio, come appare nell’interpretazione di Mina, la protagonista del film nell’evolversi del suo personaggio.
Anche suo partner attoriale, Adam Driver, è risultato vincitore della Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile, ed è inconsueto che i due premi vengano assegnati a due attori (uomo/donna) dello stesso film. Ma il fascino dell’autenticità ha prevalso, almeno in questo caso.
Hungry Hearts: la trasformazione dell’amore in ossessione morbosa
La storia è apparentemente semplice: dall’incontro casuale fra Mina, italiana, e Jude, americano, nella New York di oggi, oltre ad un grande amore, nasce anche un bimbo, che la madre, un tempo concentrata esclusivamente sulla carriera diplomatica, investe di ogni cura fino a divenire ossessiva nel tentativo di proteggere la sua piccola creatura – considerata da lei un essere sovrannaturale – da ogni agente contaminante, in primis il cibo e la medicina tradizionali, ai quali preferisce sostanze diverse.
Il deperimento del bambino, la lotta di Jude per salvarlo, la presenza della nonna fuori città, la crisi del matrimonio e la ricerca dell’amore estremo, si mescolano nella narrazione, fra detto e non detto, generando un film di notevole forza, capace di passare dalla commedia al dramma psicologico, dalla leggerezza all’angoscia, evidenziando metaforicamente molti temi di coppia dei nostri tempi, dei quali la nutrizione è solo uno dei più emersi.
Il modificarsi dei corpi in direzioni opposte (anoressia/bulimia) corrisponde nei due coniugi ai differenti tentativi di risolvere le cose, rispetto ai quali l’occhio di Costanzo opera una sospensione di giudizio. Liberamente tratto da Il bambino Indaco di Marco Franzoso, il film è stato sostenuto dal MIBACT e dal Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo.
Elisabetta Colla
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