Sala dell’Istituto Cervantes di Roma
(Piazza Navona, 91)
giovedì 11 febbraio
ore 18,00
Ingresso libero
L’Istituto Cervantes di Roma, nell’ambito della serie di iniziative dedicate al cinema spagnolo -la mostra Cinema spagnolo. Una cronaca visuale e il ciclo, Vicino e lontano. Una pellicola per ogni epoca – presenta il secondo incontro sul cinema, che in questo caso affronterà un importante capitolo della storia del cinema spagnolo, quale l’apporto del genio italiano alla cinematografia spagnola degli anni ’50 e ’60, nella quale spicca la collaborazioneque tra due importanti figure come Marco Ferreri e Rafael Azcona.
All’incontro partecipèeranno diversi protagonisti del cinema italiano e di quello spagnolo: Javier Rioyo, giornalista cinematografico e regista; José Luis Cuerda, regista; Maite Carpio, giornalista e regista; María Barranco, attrice, Assumpta Serna, attrice e Francesca Neri, attrice e produttrice. Dopo la tavola rotonda, verrà proiettato il documentario di Maite Carpio, Irreverente Ferreri (2009) e la pellicola El Pisito (L’appartamentino, 1959), regia di Marco Ferreri, che rappresenta bene la lunga e proficua collaborazione tra i due autori.
L’incontro di autori come Rafael Azcona e Marco Ferreri permise di unire correnti alle quali essi stessi avevano aderito in forma critica e rinnovatrice. Nei loro primi lavori ritroviamo impronte del Neorealismo, della farsa, del cinema attento alle tradizioni e ai costumi popolari, dell’humor nero, dell’assurdo e dell’espressionismo, passate per il peculiare setaccio di due creatori capaci di combinarli con interessanti risultati. Impronte che sono presenti come fermento di una creazione che vuole mettere a fuoco, in una forma spietata e pessimista, la società spagnola dell’epoca. Di fronte all’esaltazione del cinema ufficiale del franchismo – ma anche di fronte alla parallela esaltazione del “cinema impegnato”, soffocata in un realismo che spesso sfocia nell’idealizzazione – Ferreri e Azcona optano per un’estetica capace di offrire una visione pessimistica e crudele di una società che, come segnala Carlos F. Heredero, «contemplano come marcata da solitudine, mancanza di solidarietà, frustrazione sessuale, miseria esistenziale, prostituzione morale, tare fisiche, violenza, l’egoismo e pochezza ambientale del contesto sociale».