Non si può certo dire che Under the Skin sia un brutto film. Diremo, per essere più precisi, che il terzo lavoro di Jonathan Glazer (Oscar al miglior film straniero per La zona d’interesse) si presta particolarmente a diventare ciò che lo spettatore in esso vuol vedere. Tratto dall’omonimo romanzo di Michel Faber (2000), il film imbocca una strada nebbiosa: intemperie, scrosci di pioggia, lame di vento taglienti che fendono lo schermo e soffiano sulla pelle dello spettatore, raggelanti quanto lo sguardo di Scarlett Johansson, ingaggiata per il ruolo da protagonista.
Under the skin è ora disponibile su Prime Video.
Under the skin- la recensione
La storia, nella versione originale, racconta di un’aliena venuta sulla terra per incorporare vite umane da spedire sul proprio pianeta. Il film, costruito interamente sul personaggio principale, ritrae un condensato di bellezza carnale e vacuità, una specie di armatura vuota con l’aspetto di Isabella Rossellini in Blue Velvet e lo sguardo vitreo e alieno di un cyborg. Un cyborg che guarda gli uomini ma non li vede, a caccia di qualcosa di oscuro, al di là della concezione umana. Agghiacciante.
Con personaggi anonimi, ambientazioni raggelanti e un approccio quasi documentaristico, il regista britannico, che ha già diretto Sexy Beast (L’ultimo colpo della bestia) e Birth (Io sono Sean), per il suo ritorno sul grande schermo sceglie di affidarsi, per la colonna sonora originale, a Mica Levi – leader della band inglese di avant-pop Micachu and the Shapes.
Scrive il regista nelle note: “L’idea di partenza è quella del mondo visto per la prima volta attraverso gli occhi di un extraterrestre (…). L’aliena non vede quello che vediamo noi, non le interessa quello che interessa a noi”. La chiarezza dell’idea svanisce con il procedere del film e, se da un lato risulta evidente che la protagonista non prova sentimenti “umani”, dall’altro non si è inequivocabilmente indotti a pensare che si tratti di un’aliena. Lasciamo al lettore immaginare quali inquietanti scenari sulla variabilità della natura umana questo apra.
Manuela Materdomini