Laura Halilovic, giovanissima regista di origini rom, dirige un documentario sulla vita della sua comunità, fornendo una chiave di lettura originale per interpretare una cultura da sempre troppo poco analizzata.
Laura Halilovic, giovanissima regista di origini rom, dirige un documentario sulla vita della sua comunità, fornendo una chiave di lettura originale per interpretare una cultura da sempre troppo poco analizzata. Innanzitutto perché la racconta dal di dentro, ripercorrendo, attraverso materiale amatoriale girato dai suoi familiari, l’evoluzione che negli anni ha marcato la vita dei rom in Italia; poi perché sa restituire una prospettiva d’osservazione esterna, giacché, sin da bambina, si è molto integrata con gli usi e i costumi del Belpaese. Uno degli elementi più interessanti della pellicola è l’aver messo a fuoco la transizione dalla vita di campo a quella d’appartamento, passo decisivo in vista di una definitiva integrazione, che però interrompe quel movimento di deterritorializzazione, tipico del nomadismo. La questione che si pone è la seguente: integrazione o multiculturalismo? Meglio l’erranza gitana o le immobili e pastose acque della decadenza occidentale?