“Viaggio felicemente sconnesso in un tempo fatto di rivolte interiori e di ribellioni manifeste, presentato a Roma negli spazi de In The Basement, Crollo Nervoso è una meritoria e dettagliata ricognizione storiografica su una stagione di grande e dissonante fermento sotterraneo, non limitato al campo musicale ma presto estesosi in ambito di protesta e tentata rigenerazione socio-politica e culturale.”
Viaggio felicemente sconnesso in un tempo fatto di rivolte interiori e di ribellioni manifeste, presentato per la prima volta a Roma negli spazi de In The Basement, al Pigneto, Crollo Nervoso è una meritoria e dettagliata ricognizione storiografica su una stagione di grande e dissonante fermento sotterraneo, non limitato al campo musicale ma presto estesosi in ambito di protesta e tentata rigenerazione socio-politica e culturale.
Documentario in tre parti (a cui nella versione in dvd edita da Spittle Records e Goodfellas si aggiunge un cd-compilation curato dal giornalista del Mucchio Federico Guglielmi), che scava sul fenomeno eterogeneo della New Wave italiana anni ’80, il lavoro di Pierpaolo De Iulis, già creatore della Rave Up Records – etichetta che ha ristampato un centinaio di album di punk band americane anni ’70 – , attivo movimentatore in veste di musicista della scena punk romana anni ’80, organizzatore del festival punk Road to Ruins e collaboratore in altri due lavori di ricerca documentaria (Mellotron, sul rock progressive italiano anni ’70 e Mamma dammi la benza, sui primi anni del punk nella nostra penisola), ci inoltra infatti in quella che tentò d’essere una dissenziente e rabbiosa risposta agli anni del craxismo socialista e della devastante nascita delle televisioni commerciali.
Costruito con un faticoso lavoro di recupero di raro materiale d’archivio e facendo largo uso di interviste agli invecchiati “sopravvissuti” di quel periodo (malinconicamente spesso costretti all’uso dell’imperfetto), Crollo Nervoso mutua dal già citato Mamma dammi la benza di Angelo Rastelli e Luca Frazzi la struttura tripartita e legata alla dislocazione territoriale dei fenomeni musicali (là Milano, Bologna e Pordenone, qui ancora Bologna e poi Firenze e una terza parte, Italia Wiva, che raccoglie alcuni dei gruppi nati nelle diverse periferie musicali del paese, dalla Pordenone del Great Complotto, alla Napoli dei Bisca fino alle band genovesi e ai Krisma).
Ripercorrendo l’aggrovigliato fermento di arti e menti eversive che dal ’77 coinvolse prima il capoluogo emiliano, un ambiente che tra case occupate, Radio Alice, Italian Records (la prima etichetta che produceva musica indipendente), riviste di riferimento (Rockerilla), talent scout (Red Ronnie), disegnatori (Scozzari e Pazienza), videomaker (i Gabrinski di Renato De Maria), e droga ricordava la factory warholiana e vide emergere gruppi come Gaznevada, Stupid Set, Confusional Quartet, i Rats e dopo i CCCP, e poi anche la Firenze in cui nacquero i Litfiba, i Diaframma, i Neon, i Pankow, il progetto di De Iulis testimonia di una particolare congiunzione che nella precarietà estrema dei mezzi, nell’impossibilità di trovare le risorse economiche per sostentare la volontà creativa, e per l’intensità con cui si presentava era destinata a consumarsi in tempi rapidissimi, in un tenace spirito di insubordinazione e d’autodistruzione che forse niente meglio delle parole di Freak Antoni potrebbe emblematicamente sintetizzare: “Nella vita è importante che gli altri ti vengano incontro, così sai da che parte spostarti”.
Salvatore Insana
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