“3 days to kill” si delinea come un’opera coraggiosa e intraprendente che intrattiene lo spettatore tenendolo con il fiato sospeso fino all’ultimo minuto
Luc Besson è da molti considerato una sorta di Re Mida dell’industria cinematografica: tra le sue opere, infatti, annoveriamo film, sceneggiature, produzioni televisive e videoclip. Forte del successo di pellicole come Leone Nikita, Besson produce 3 days to kill, un dramma d’azione adrenalico e coinvolgente affidato alle mani esperte di McG, salito alla ribalta grazie a pellicole come Charlie’s Angels e Terminator Salvation.
Dopo 25 anni di servizio, Ethan Runner, stimato agente segreto della CIA, scopre di avere il cancro in fase terminale e decide di lasciare il lavoro per dedicarsi alla moglie e alla figlia. In cambio di una costosissima cura sperimentale che potrebbe diminuirgli l’agonia e allungargli la vita, però, l’agente Viki dei Servizi Segreti gli affida un ultimo, sporco, lavoro…
Vertiginosi grattacieli, luci psichedeliche, appartamenti lussuosi. La vita newyorkese possiede ritmi frenetici e centrifughi che inglobano i cittadini e li stritolano in una morsa assassina. Scegliendo di ritrovare gli affetti perduti e le piccole gioie della vita, Ethan abbandona la metropoli e si reca nella Parigi altolocata dove una figlia adolescente in piena crisi di nervi ha bisogno del padre. I travestimenti, gli inseguimenti mozzafiato e le fughe disperate, dunque, lasciano presto il posto a una love-story dalle tinte vintage e malinconiche che preferisce i momenti intimi alle scene d’azione. Ecco dunque che il regista sfoggia zoom, carrellate laterali e delicati movimenti di macchina per accompagnare gli incontri dei protagonisti, abbandonando così il montaggio alternato e le panoramiche aeree delle prime inquadrature. Un Kevin Costern in ottima forma, impegnato a barcamenarsi tra la fragile Hailee Steinfeld (Il grinta) e la seducente Amber Heard, mette in scena i grandi valori di un tempo, dimostrando che il lavoro più difficile, è sicuramente quello di essere padre. 3 days to kill, insomma, rivelandosi il sunto della filmografia bessoniana, si delinea come un’opera coraggiosa e intraprendente che intrattiene lo spettatore tenendolo con il fiato sospeso fino all’ultimo minuto.