Anno: 2014
Durata: 119′
Genere: Drammatico
Nazionalità: Corea del sud
Regia: July Jung
Un piccolo film dalle giuste proporzioni, capace di amalgamare con arte la sfera visiva e quella narrativa, A girl at my door, girato dalla cineasta coreana July Jung e presentato a Cannes 2014 nella sezione Un Certain Regard, lancia, con uno stile tipicamente orientale, un forte messaggio contro l’autoritarismo, il maschilismo, la violenza ed ipocrisia di certi ambienti della Corea contemporanea.
La protagonista, Lee Young-nam (perfetta nella parte l’attrice Bae Doona), che occupa un posto di rilievo nella Polizia di Seoul, viene improvvisamente trasferita nella remota località marina di Yeosu. La punizione, si evince nel corso del film, segue alla scoperta dell’omosessualità della donna, la quale, ferita nell’orgoglio e costretta a lasciare la sua compagna, beve incredibili quantità di vino travasato dentro insospettabili bottiglie di acqua minerale. L’incontro fra l’adolescente Dohee, una bizzarra creatura picchiata e vessata dal padre (un piccolo boss locale che sfrutta lavoratori clandestini) e Lee Young-nam sarà un vero colpo di fulmine: la ragazzina, per la prima volta protetta da qualcuno, si aggrappa alla nuova amica poliziotta che, per sottrarla alle violenze continue del padre, la invita a trasferirsi a casa sua. Ma le chiacchiere e la complessità dei rapporti di forza della piccola cittadina di provincia (ben affrescata attraverso le chiacchiere dei vecchietti o delle donne per la strada) renderanno complessa e faticosa la bella amicizia tra le due, fino ad un epilogo inaspettato, mentre rivelazioni e colpi di scena inseriscono il film, a pieno titolo, nella scena dei giovani filmmaker contemporanei. Tra i produttori del film l’autore di Poetry, Lee Chang-Dong.
Elisabetta Colla