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Cannes 67: “Run” di Philippe Lacôte (Un certain regard)

Il film, diretto dal regista Philippe Lacôte, è fortemente simbolico ed evocativo. Appare fortissima la sottolineatura di come non sia possibile, in certi luoghi, circostanze, momenti, scegliere nulla della propria vita ma di come essa al contrario si costruisca in base a circostanze esterne

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Anno: 2014

Durata: 100′

Genere: Drammatico

Nazionalità: Francia, Costa d’Avorio

Regia: Philippe Lacôte 

Run è il soprannome di un ragazzo di strada della Costa d’Avorio, la cui vita è stata segnata da incredibili storie e da nessuna possibilità di scelta. Nella prima scena del film, Run spara al Primo Ministro del suo Paese e poi inizia a correre, come sempre. Mentre corre, ricorda. Nei flash back che si susseguono la sua vita gli scorre davanti: la sua infanzia con il maestro Touru, un uomo che doveva insegnargli l’arte di far piovere; la sua giovinezza con Greedy Gladys, una donna-cannone, sorta di fenomeno da baraccone, che lo mantiene come assistente ed amante; la sua militanza priva di vera convinzione nel partito dei Giovani Patrioti, legato al conflitto politico-militare del suo Paese. Sempre Run ha agito spinto dalla fame e dall’istinto di sopravvivenza, passando da una vita all’altra, da una situazione all’altra, senza mai fermarsi.

Il film, diretto dal regista Philippe Lacôte, è fortemente simbolico ed evocativo. “Il mio intento – afferma il regista – era quello di proseguire il mio lavoro di osservazione di un territorio in crisi, come quello della Costa d’Avorio, dove nell’ultimo conflitto hanno perso la vita 3000 persone. Cerco di prendere in carico una storia collettiva seguendo una traiettoria individuale emblematica, quella del protagonista Run: oggi il Paese si sta appena risvegliando da un incubo e cerca di interpretarlo. Il 75% della popolazione ha meno di 30 anni e nonostante tutto la corsa, per me, rappresenta uno slancio vitale”.

Appare fortissima la sottolineatura di come non sia possibile, in certi luoghi, circostanze, momenti, scegliere nulla della propria vita ma di come essa al contrario si costruisca in base a circostanze esterne: Run intraprende una sorta di viaggio iniziatico per prendere coscienza della propria libertà, quasi inserendosi fra gli eroi del romanzo picaresco.  Ottima prova dei protagonisti, Abdoul Karim Konaté e Isaach De Bankolé.

Elisabetta Colla

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