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In Sala

Le Meraviglie

Con lo sguardo di Gelsomina la Rohrwacher osserva un mondo bucolico fatto di lotta, di resistenza ma anche di assoggettamento ingenuo a logiche di mercato per niente lungimiranti. Il paese delle meraviglie millantato da un programma televisivo kitsch e posticcio non esiste

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Le meraviglie

Anno: 2014

Distribuzione: Bim

Durata: 111′

Genere: Drammatico

Nazionalità: Italia

Regia: Alice Rohrwacher

Data di uscita: 22 Maggio 2014

Alice Rohrwacher aveva esordito al lungometraggio di finzione con Corpo Celeste, un’esplorazione autoriale e indipendente vista con gli occhi dell’adolescente Marta sulle miserie e il bigottismo di una Calabria remota devastata dalla speculazione edilizia e chiusa nel fervore religioso. Nel 2011 il debutto della regista italiana allora trentenne avveniva proprio a Cannes nella sezione collaterale Quinzaine des réalisateurs. A distanza di 3 anni, Alice torna sulla croisette a competere per la Palma d’Oro assegnata dalla giuria presieduta da Jane Campion per portare a casa il Grand Prix. Non male per la giovane autrice dall’occhio documentaristico e il cuore indipendente.

Altro scorcio di periferie umane, altro jingle grottesco. Ne Le Meraviglie il coro di “Mi sintonizzo con Dio/ è la frequenza giusta” (Corpo Celeste) viene sostituito da T’appartengo (di Ambra Angiolini) che ingenuamente la sorellina di Gelsomina le canta per emulare in chiave teen-pop immaturi sentimenti d’amore.

Gelsomina (Maria Alexandra Lungu) vive con i genitori e le 3 sorelline in campagna. La sua è una famiglia di apicoltori, i genitori (Alba Rorwacher, Sam Louwick) parlano in francese quando non vogliono farsi capire e ogni tanto anche in tedesco. La vita di Gelsomina è scandita dai ritmi della natura e dal lavoro che il burbero padre le assegna. Un giorno una troupe televisiva irrompe nella sua quotidianità e instilla nella laboriosa ragazza il desiderio di partecipare alla trasmissione condotta da Milly Catena (Monica Bellucci). È l’estate dei sogni di Gelsomina, del tempo di esplorare il mondo, di scoprire la città e le meraviglie del mondo, ma anche delle prime palpitazioni amorose con l’arrivo di Martin (Luis Huilca Logroño), un ragazzo con dei precedenti penali ora obbligato a seguire un programma di reinserimento.

Tutti i membri di questa famiglia un po’ hippie un po’ utopica sognano il proprio paese delle meraviglie: il capofamiglia spera scherzosamente (?) in un figlio maschio e in un mondo integro e autosufficiente dove non tutto si può comprare, la madre di tenere unita nell’amore una famiglia a maggioranza rosa, Martin di essere libero, Gelsomina di vivere, di respirare a pieni polmoni e di assaporare il gusto agrodolce della sua età. Un’età tutt’altro che felice, fatta di sogni negati e conflitti famigliari, soprattutto con un padre anarchico e autoritario come il suo, che urla invece di parlare e pensa di fare felice le sue donne regalando loro un cammello. Un’età dove si sperimentano le prime e dolorose ingiustizie, l’ansia di compiacere i genitori e il rammarico per averli delusi, la volontà cieca di essere il figlio perfetto a costo di trascurare la spensieratezza di alcuni gesti per giudicarsi sempre colpevoli.

Con lo sguardo di Gelsomina la Rohrwacher osserva un mondo bucolico fatto di lotta, di resistenza ma anche di assoggettamento ingenuo a logiche di mercato per niente lungimiranti. Il paese delle meraviglie millantato da un programma televisivo kitsch e posticcio, e offerto a concorrenti che si prestano a travestimenti imbarazzanti, non esiste. La realtà è la natura con le sue stagioni, le api e il pregiato miele, i prodotti della terra coltivata con rispetto. La meraviglia è il numero con le api di Gelsomina, addomesticatrice degli insetti dal nettare d’oro, presentato insieme al suo nuovo amico-compagno Martin, capace di un fischio ipnotico.

Con la fine dell’estate un’altra stagione bussa alle porte e chiede a Gelsomina di essere vissuta. Per la famiglia autarchica e dissociata della ragazza non c’è posto e accoglienza nella società contemporanea. La notte del concorso, con il suo grottesco e incapace modo di preservare la ruralità, ha presto rivelato la sua natura effimera, ha manifestato le false promesse e le illusioni disattese, generando disordini e obbligando la famiglia di Gelsomina a riformulare nuovi ordini. Tutti si preparano alla nuova stagione, il padre-padrone rivedendo la sua posizione autoritaria in chiave amorevole, e Gelsomina riconciliandosi con lui per restargli accanto fino al momento del naturale distacco.

Francesca Vantaggiato

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