Il compito più difficile de La sedia della felicità è quello di far dimenticare allo spettatore un dato drammatico: ossia che è l’ultimo film del suo regista, Carlo Mazzacurati, scomparso a gennaio, in seguito a una malattia, all’età di 57 anni. Consapevole del suo stato però, Mazzacurati ha chiamato a raccolta gli amici e ha regalato loro un film senza malinconie.
Il film racconta di Bruna, un’estetista in grave crisi economica, a cui una cliente in fin di vita rivela un segreto: il suo tesoro di famiglia è stato nascosto in una delle sedie di casa, vendute all’asta. Assieme al tatuatore Dino partirà la caccia al tesoro, ma non sono i soli a voler mettere le mani sul bottino. Scritto da Mazzacurati con Marco Pettenello e Doriana Leondeff, La sedia della felicità è una commedia avventurosa sulla scia della Lingua del santo, meno malinconica, più leggera e comica, come se volesse salutare il suo pubblico con il semplice sorriso.
Ci sono gli elementi che hanno caratterizzato tutto il cinema di Mazzacurati: il Nordest tra amore per i luoghi e occhio grottesco, l’amore per i perdenti che cercano un riscatto impossibile dalla vita, il tono narrativo affine al cinema di genere e lo sguardo ilare sulla realtà. Come un commiato consapevole, il regista ha poi chiamato attorno a sé gli attori che lo hanno accompagnato da sempre, come Battiston, Fabrizio Bentivoglio, Antonio Albanese, Silvio Orlando, che accompagnano i protagonisti Mastandrea e Ragonese.
Ne viene fuori un film che non si può non guardare con affetto, frutto di un regista che nel miscuglio tra serenità di sguardo e consapevolezza del mondo ha cercato di accudire e curare il proprio pubblico e i propri attori. E anche i difetti, gli inciampi, le sfilacciature, i buchi di La sedia della felicità sembrano segni di un uomo che ogni tanto si inceppava per prepararsi a salutare tutti e a far sentire la sua mancanza.
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 90′
Genere: Commedia
Nazionalità: Italia
Regia: Carlo Mazzacurati
Data di uscita: 24 Aprile 2014
Emanuele Rauco