
Das Cabinet des Dr. Caligari/Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene (1920)
L’Espressionismo è un movimento artistico che nasce in Germania all’inizio del Novecento. Molte tendenze artistiche del diciannovesimo secolo si fondano sul realismo e la percezione delle cose. L’espressionismo rappresenta un opposto del realismo, il tentativo di esprimere le emozioni più vere e profonde nascoste sotto la superficie della realtà. Il movimento si sviluppa ben presto anche nel cinema. Al termine della guerra, infatti, la Germania vanta una florida industria cinematografica che non ha niente da invidiare a quella di Hollywood. Il film che è quasi un vero e proprio manifesto del movimento espressionista è Das Cabinet des Dr. Caligari (Il gabinetto del dottor Caligari) di Robert Wiene che venne proiettato per la prima volta a Berlino nel 1920. Il film abbandona lo spettatore in una dimensione onirica e fantastica, in un contesto allucinato reso irreale dalle scenografie, dalla recitazione antinaturalistica e dal pesante trucco facciale che caratterizza i personaggi che si muovono nel film. Il film inizia con Franz che racconta, in flashback, ad un uomo, la storia da lui stesso vissuta in precedenza. Siamo nel 1830 e nel piccolo paese di Holstenwall, in Germania, troviamo uno strano personaggio di nome Caligari che giunge alla fiera del paese presentando il suo sonnambulo, Cesare. Caligari sostiene che il sonnambulo sia in grado di predire il futuro e il primo a chiedere una predizione è l’amico di Franz, Alan, che scopre di aver solo ancora poche ore di vita. Caligari si scopre un assassino che si serve di un sonnambulo per compiere i suoi delitti. Una volta smascherato fugge in un manicomio e ne diventa il direttore. Un finale a sorpresa però ci fa capire che il racconto è stato frutto della fantasia di Franz. In rapporto al film di Wiene viene coniato anche un neologismo, il cosiddetto Caligarismo, usato per indicare un certo stile cinematografico di cui appunto l’opera fu capostipite, sia per alludere al cinema del terrore in generale, che evoca angosciose atmosfere da incubo.

Her Tartüff/Tartufo di Friedrich Wilhelm Murnau (1925)
Ma partiamo da qualche anno prima e ricordiamo il film di genere fantastico nel quale si è specializzato sin dal 1913 l’attore-regista Paul Wegener. Egli si avvicina alla leggenda del Golem che porta più volte sullo schermo. E’ del 1915 il film Der Golem (Il Golem) di Henrik Gallen e appunto Wegener, che, oltre a curare la regia, veste anche i panni della magica creatura che ritorna in vita nel ghetto di Praga. Durante gli scavi nel quartiere ebraico di Praga viene scoperta una statua d’argilla che viene portata in vita grazie ad una formula magica. La statua d’argilla, il Golem appunto, diventa servitore dell’antiquario. Il Golem si innamora della figlia del suo padrone ma sapendo di non essere corrisposto impazzisce e distrugge tutto ciò che trova. Alla fine cade da una torre andando in frantumi.
Un altro importante regista ritenuto uno dei massimi esponenti dell’espressionismo è Friedrich Wilhelm Murnau. Molti dei suoi film sono andati perduti e oggi purtroppo possiamo vederne solo pochi che sono ad ogni modo considerati dalla critica come dei capolavori assoluti. Murnau fu una personalità poliedrica e trasversale, che difficilmente e solo a costo di forzature si inquadra in un unico stile o movimento cinematografico. Dall’espressionismo Murnau trasse l’interesse per le storie cupe e soprannaturali, con componenti distorte e allucinatorie. La caratteristica più peculiare del suo cinema è l’uso costante e continuo dell’inquadratura soggettiva, che segue però il punto di vista della cinepresa. In Nosferatu, eine Symphonie des Grauens (Nosferatu, il vampiro) film del 1922, la cinepresa appare quasi attratta e spaventata dal mostro, seguendolo con movimenti lentissimi e sottolineando il suo carattere soprannaturale. Da ricordare anche Herr Tartüff (Tartufo) del 1925 basato sull’omonimo romanzo di Molière.Per non ripercorrere tutta la storia del movimento, ricorderemo ancora un regista e in particolare un film: Der Blaue Engel (L’angelo azzurro) di Josef von Sternberg del 1930. Tratto dal romanzo Professor Unratdi Heinrich Mann, il film narra la tragica storia del professor Rath, rispettabile insegnante di un ginnasio di provincia, che si innamora di una cantante di varietà, impersonata da Marlene Dietrich.

Der Blaue Engel/L’angelo azzurro di Josef von Sternberg (1930)
Abbiamo citato questi quattro registi e quattro film in particolare perché dal 22 al 25 aprile c’è la possibilità di vederli alla Casa del Cinema di Roma. La Casa del cinema dedica, infatti, 4 giorni all’espressionismo tedesco. Il 23 aprile, subito dopo la proiezione del manifesto dell’espressionismo tedesco Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene, Giovanni Spagnoletti e Giacomo Martini presenteranno la rassegna e il cofanetto di Ermitage L’ESPRESSIONISMO TEDESCO.
MARTEDI’ 22 aprile: Il Golem di Paul Wegener (1915, muto, Germania, 85′) / MERCOLEDI’ 23 aprile: Il Gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene (1920, muto) / GIOVEDI’ 24 aprile: Tartufo di Friedrich Wilhelm Murnau (1925, muto) / VENERDI’ 25 aprile: L’angelo azzurro di Josef von Sternberg (1930)
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Luana Verbanac