In Sala

In grazia di Dio

Ritorna Edoardo Winspeare (Sangue vivo, Il miracolo) e firma quella che molti hanno già definito la sua pellicola più riuscita, “In Grazia di Dio”, specchio delle idee e dello stile del regista pugliese, che con un tocco asciutto e naturalistico, ma anche denso di realismo ed emozioni autentiche, riesce a dipingere un affresco quotidiano delle difficoltà e della lotta per la sopravvivenza di una famiglia salentina nel momento più grave della crisi

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Anno: 2014

Distribuzione: Good Films

Durata: 127′

Genere: Drammatico

Nazionalità: Italia

Regia: Edoardo Winspeare

Data di uscita: 27 Marzo 2014

Ritorna Edoardo Winspeare (Sangue vivo, Il miracolo) e firma quella che molti hanno già definito la sua pellicola più riuscita, “In Grazia di Dio, specchio delle idee e dello stile del regista pugliese, che con un tocco asciutto e naturalistico, ma anche denso di realismo ed emozioni autentiche, riesce a dipingere un affresco quotidiano delle difficoltà e della lotta per la sopravvivenza di una famiglia salentina nel momento più grave della crisi. Acclamato dalla critica e distribuito da Good Films, il film racconta in modo sapiente la recessione economica e sociale dell’Italia, attraverso un magnifico quartetto di donne, caratteri e generazioni che, in Salento, a causa della chiusura per debiti della piccola fabbrica tessile di famiglia, dovranno, loro malgrado, trasferirsi in campagna.

Questo film – si legge nelle note di produzione – si colloca in un momento storico in cui sempre più persone vivono con disperazione ed impotenza i tanti problemi legati alla crisi economica odierna: la strada intrapresa dalle quattro protagoniste è un invito a resistere, ribellandosi pacificamente a uno stile di vita che ha perso i valori di umanità e reciproco aiuto che una società non dovrebbe mai dimenticare”.

La storia, nonostante la durezza degli eventi che colpiscono la famiglia protagonista (tra cui anche l’emigrazione in Svizzera di alcuni suoi componenti), mantiene un aggancio aperto alla speranza, della quale sono depositarie in primo luogo le quattro protagoniste femminili: la nonna vedova, vera anima pacificatoria della famiglia, accetta la vita come viene, lavora la terra e si risposa all’età di 65 anni; la nipote, Ina, ribelle e scontenta, superficiale e contraddittoria, passa il tempo fra un flirt e l’altro, senza pensare a niente; Adele (vera protagonista del film), madre di Ina, indurita ed incapace di cogliere l’amore che la sfiora più volte, tenta invano di controllare l’incontrollabile, sentendosi depositaria di ogni responsabilità; Maria Concetta, sorella di Adele, coltiva il sogno di lavorare con Ozpetek e canta nel coro della chiesa. Disperse, amareggiate, gioiose o tristi, le quattro donne si stringono e si respingono mentre riscoprono, senza falsi sentimentalismi,  le radici, la terra, il baratto, la solidarietà ed iniziano a riconsiderare il senso della vita e delle relazioni umane ed affettive.

Inno alla terra di Puglia, alla forza delle donne ed alla vita ‘ecologica’, il film ha avuto il sostegno dell’Apulia Film Commission. Nessuna delle protagoniste è attrice di professione, a partire dalla bella e brava Celeste Casciaro, moglie di Winspeare, nel ruolo di Adele, e da Laura Licchetta, di professione estetista e truccatrice, figlia di Celeste nella realtà, a cui si aggiungono Barbara de Matteis nel ruolo di Maria Concetta, Anna Boccadamo (cuoca in una mensa) nel ruolo della nonna e Gustavo Caputo (avvocato e socio di Winspeare nella casa di produzione Saietta Film), nel ruolo di Stefano, l’impiegato Equitalia innamorato di Adele.

Lo stesso Roberto Saviano si è associato al plauso nei confronti del film e sulla sua pagina Facebook ha scritto: “Ho appena finito di vedere il film ‘In grazia di Dio’. Ne sono completamente attraversato. Il regista Edoardo Winspeare non vuole drammatizzare, non vuole educare, denunciare. Racconta e basta. Ci sono debiti, e ancora debiti, fabbriche che chiudono, la casa svenduta, pensioni saccheggiate che fanno vivere figli e nipoti. C’è la vita di quattro donne che provano a trovare una strada accettabile. Quello che accade è di perdere la tenerezza per tutto. Indurirsi sino all’indifferenza. Ricevere tutto come condanna e procedere per inerzia. È la strage d’anime che questi tempi stanno generando.”

Elisabetta Colla

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