In un mondo che è stato (e se vogliamo per certi aspetti, continua ad essere) prettamente ”maschile”, per una donna riuscire a fare carriera e di conseguenza a far valere il suo lavoro non è stato mai semplice.Se ci soffermiamo sul mondo dell’arte e sull’intento di una donna a riuscire come pittrice, scultrice, scrittrice, attrice noteremo subito una disuguaglianza. Pensiamo per un attimo alle grandi personalità che hanno segnato e influenzato la società in cui vivevano con opere che oggi hanno un valore immenso.Se parliamo di scultura alcuni dei nomi che ci vengono subito in mente saranno quelli del Canova piuttosto che il Thorvaldsen, parlando di musica i nomi saranno Mozart piuttosto che Beethoven, parlando di artisti che sono passati alla storia grazie alla scrittura ci verranno subito in mente Shakespeare, Dante o Omero. Inutile continuare perché gli artisti che sono passati alla storia sono un’infinità.La cosa che notiamo immediatamente è la seguente: sono tutti uomini. La domanda sorge spontanea: e le donne? Possibile che per secoli ci siano state così poche donne che sono passate alla storia? La risposta va da essere ricercata nel fatto che veramente ci siano state poche donne degne di nota oppure nel fatto forse che per secoli le donne non hanno avuto gli stessi diritti e di conseguenza lo stesso status sociale di quello degli uomini? Il ruolo della donna come artista è stata oggetto di studi approfonditi sin dagli anni ’70 dello scorso secolo. Attrici e attori hanno avuto la stessa sorte e gli stessi diritti? Ricordiamo per un attimo il periodo del teatro Elisabettiano in Inghilterra quando una donna non poteva salire su un palcoscenico solo perché appartenente al sesso femminile. Sappiamo che l’attore non ha avuto mai fortuna ed è stato sempre giudicato come portatore del diavolo oppure come vagabondo senza fissa dimora. Sappiamo come per un attore era addirittura vietato, essere sepolto in terra consacrata quando moriva. Se solo il fatto di essere attore portava tutti questi svantaggi possiamo immaginare cosa succedeva quando si trattava di un’attrice. Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha voluto sottolineare, con una mostra, che nel mondo del cinema le attrici professioniste ci sono e ci sono sempre state. Dal 3 aprile al 31 agosto infatti, alla Mole Antoneliana, ci sarà la mostra BEST ACTRESS. DIVE DA OSCAR®, da un progetto di Stephen Tapert, Nicoletta Pacini e Tamara Sillo. Come annunciato sul sito ufficiale del Museo del Cinema, la mostra, presentata a Torino in prima mondiale, raccoglie oltre 350 opere che ripercorrono la storia delle donne che hanno vinto l’Oscar® come migliore attrice dal 1929 al 2014: ritratti delle star, immagini dei film da loro interpretati che si alternano a bellissimi manifesti, costumi di scena, oggetti dal set, sceneggiature, e istantanee della cerimonia degli Oscar® che fanno rivivere l’emozione della vittoria della prestigiosa statuetta. In aggiunta, numerosi documenti, manifesti e materiali legati alla storia dell’Academy, quali inviti, programmi, clip delle riprese cinematografiche e televisive, e abiti indossati dalle dive durante la spettacolare cerimonia dell’Oscar®. È anche in programma, dal 1 al 25 aprile, una rassegna al Cinema Massimo che ripropone i film nei quali le dive hanno vinto l’Oscar®. E quindi una mostra per ricordare tutti i premi Oscar alla Migliore interpetazione femminile: dal primo Oscar® Janet Gaynor, nel ’29, a quello recentissimo di Cate Blanchett. Ed è proprio Cate Blanchett che durante la cerimonia di quest’anno ricorda che le attrici donne fanno un lavoro dove guadagnano come un qualsiasi altro attore uomo.
Info: www.museocinema.it
Luana Verbanac