Anno: 2013
Distribuzione: Universal Picture
Durata: 90′
Genere: Commedia
Nazionalità: Italia
Regia: Neri Parenti
Data di uscita: 19 Dicembre 2013
In questo caso bisogna partire dalla fine: Colpi di fortuna è l’ultimo dei film natalizi che hanno coniato, anni orsono, il neologismo ormai diventato termine comune, nonché genere cinematografico ad honorem, Cinepanettone. Dopo l’abbandono di Boldi, infatti, anche a De Sica, – spalla decennale del Cipollino nazionale – è scaduto il contratto con Luigi e Aurelio De Laurentis, mentre Neri Parenti non vuole più saperne, per ora, di film di Natale.
A chiudere 30 anni di consuetudini da grande schermo natalizie – il primo film di questo genere è stato girato nel 1983 -, arriva nelle sale Colpi di Fortuna, lungometraggio episodico e figlio del fortunato Colpi di Fulmine del 2012.
Sono tre i lunghi sketch che compongono Colpi di Fortuna e che hanno come protagonisti volti noti del cinema e nella televisione: nel primo Luca e Paolo sono Mario e Piero, una coppia di amici e soci di un’agenzia turistica a Napoli dove nelle vicinanze c’è il bar in cui lavora Barbara, un’avvenente cassiera, che ha rubato il cuore di Piero ma, suo malgrado e a sua insaputa, è fidanzata con Mario. Una fortunata vincita all’enalotto svelerà la triste verità, ma prima una serie di disavventure saranno affrontate dalla coppia di amici. Il secondo episodio è il perno stesso della pellicola ovvero quello in cui viene dato senso al titolo. Il protagonista in questo caso, ovviamente al centro della scena e della trilogia, è Cristian De Sica nei panni di un imprenditore molto scaramantico che per portare a termine un affare ha bisogno di un interprete. Peccato che l’unico in grado sia uno iettatore dal volto di Mandelli. A chiudere la triade della pellicola arrivano Lillo e Greg, volti di una coppia di fratelli, Felice e Walter, che si conoscono in età avanzata dopo la morte del padre. Felice adotta Walter con tutte le sue stranezze date dal suo labile confine tra realtà e fantasia.
Parte in sordina Colpi di fortuna che nel primo episodio mette in scena una comicità fin troppo nota e prevedibile citando, senza averne gli strumenti e le capacità, nostrani capolavori come Reality o divertenti scene provenienti dall’Oltreoceano come Una notte da leoni. De Sica, il mattatore, non migliora le sorti del film: l’accoppiata con Mandelli, che è debole nei panni dello iettatore anche se tenta di ricordare quello interpretato da Totò facendolo rimpiangere più del necessario, non sembra affiatata e, al di là di qualche volgarità tipica dell’eccesso della comicità dell’attore, anche Cristian sembra sottotono, svogliato. Partecipe al film per mero dovere. Il terzo atto di Colpi di fortuna tenta, non riuscendoci, a innalzare l’intero lavoro con una storia di certo non inedita ma almeno priva di volgarità gratuite e con qualche sprazzo, addirittura, di poesia. Lo sforzo però, ben calibrato all’inizio, cede e perde di spessore con l’andare avanti del tempo sancendo l’irrimediabile mediocrità dell’intero lavoro.
Alla fine del film quello che viene in mente analizzando il titolo è che, alla fine di una storia lunga poco più di 90 minuti ma nello stesso tempo lunga 20 anni, il vero colpo di fortuna è la (semi) certezza di non dover vedere più cinepanettoni. E se lo scopo di tale scempio era quello di non far sentire la mancanza del mainstream di Natale per eccellenza, lo scopo è stato raggiunto.
Sandra Martone