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Festival Internazionale del Film di Roma: “Au bonheur des ogres” (“Il paradiso degli orchi”) di Nicolas Bary (Fuori Concorso)

Pirotecnico e sfavillante, arriva sul grande schermo Benjamin Malaussène, uno dei più geniali personaggi partoriti dalla creativa penna dello scrittore francese Daniel Pennac. Il film, girato dal regista e produttore francese Nicolas Bary,riesce piuttosto bene a restituire le atmosfere concitate, ironiche e talvolta deliranti del libro

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Anno: 2013

Durata: 92’

Genere: Commedia

Nazionalità: Francia

Regia: Nicolas Bary

Data di uscita: 14 Novembre 2013

 

Pirotecnico e sfavillante, arriva sul grande schermo Benjamin Malaussène, uno dei più geniali personaggi partoriti dalla creativa penna dello scrittore francese Daniel Pennac. “Au bonheur des ogres (‘Il paradiso degli orchi) è infatti il primo nato di un fortunato ciclo di romanzi, il cui protagonista è Malaussène, giovane simpatico ed idealista che lavora in qualità di ‘capro espiatorio’ presso i Grandi Magazzini ‘Bonheur Parisienne’ – un immaginario paradiso parigino – e racconta con sapida ironia il dipanarsi delle sue (dis)avventure familiari (convive con numerosi fratelli e sorelle e lavora per mantenerli tutti, mentre la madre viaggia e cambia partner e paese), amorose (conosce proprio nel primo volume la giornalista ‘Zia Julia’) e professionali (il lavoro come ‘capro’ consiste nel farsi insultare dal suo capo al reparto reclami per far intenerire i clienti ed indurli a ritirare denunce e rimostranze).

Il film, girato dal regista e produttore francese Nicolas Bary, già autore di noti cortometraggi e di un film commedia, riesce piuttosto bene a restituire le atmosfere concitate, ironiche e talvolta deliranti del libro, e non era impresa facile. Il ritmo serrato regge per l’intera durata del film e, nelle tante sequenze quasi fumettistiche dai colori saturi e brillanti, seguiamo con affascinata tenerezza le vertiginose vicissitudini di Malaussène, mentre corre avanti e indietro in una Parigi caotica e multietnica (quella del quartiere Belleville, nella zona est della città, dove vive il protagonista) e si lascia maltrattare dai suoi superiori e dalla sua amata famiglia non-tradizionale, con la stessa leggerezza e spirito con i quali colpisce il cuore della bella ‘Zia Julia’ (nel ruolo la Bérénice Bejo di ‘The Artist’).

La critica sociale si nasconde dietro un umorismo caustico ed un’intelligente lettura della realtà cui sono avvezzi i lettori di Pennac (presente a Roma per la prima del film): il lavoro inconsistente ma funzionale all’azienda cui si dedica Malaussène in un luogo di puro consumismo, i capi reparto sempre in cerca dei favori delle ragazze che rubano in cambio della libertà, le bombe nel Grande Magazzino piazzate da qualcuno di assolutamente insospettabile, la madre egoista che non c’è mai mentre i figli se la devono cavare da soli, le persone che muoiono quasi per gioco ed il proprietario del negozio che fa finta di niente , ecc. ecc.

I tanti anni passati dall’uscita del romanzo non ne alterano affatto né il messaggio né la freschezza e di certo il film ha il pregio di far conoscere, ai più, un’opera ed un personaggio sempre validi. Il titolo  “Au bonheur des ogres è ripreso dal romanzo ‘Au bonheur des dames’ (‘Al paradiso delle signore’) di Émile Zola, ed è lo stesso Pennac a rivelarlo in uno dei suoi romanzi. Parte della riuscita del film è affidata al cast di attori tutti bravissimi: Raphaël Personnaz (un Benjamin perfetto come seduttore distratto e patetico capro espiatorio ), Bérénice Bejo, Guillame De Tonquédec, Thierry Neuvic, oltre al cameo di Émir Kusturica, nel ruolo del vecchio guardiano del Magazzino, amico di scacchi di Benjamin, ed alla straordinaria partecipazione di Isabelle Huppert, nella parte di una cinica editor.

Elisabetta Colla

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