
Anno: 2013
Durata: 134′
Genere: Azione, Poliziesco
Nazionalità: Cina
Regia: Tsui Hark
L’antesignano orientale di Sherlock Holmes schiacciato dentro un colossal ed un 3D visivamente anonimi
Il Maverick director, riconoscimento che il Festival dedica ai maestri che hanno contribuito ad innovare nel cinema, quest’anno è toccato a Tsui Hark, regista, produttore e sceneggiatore che ha guidato la rivoluzione del cinema di Hong Kong a partire dalla fine degli anni Settanta. Tsui Hark (premiato dal regista Olivier Assayas, che è stato anche critico cinematografico, e tra i primi a diffondere la conoscenza di registi come Tsui Hark curando un numero speciale dei Cahiers du Cinéma ad essi dedicato) ha presentato a Roma in anteprima internazionale Young Detective Dee: Rise of the Sea Dragon 3D, prequel di Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma (2010).
Di Renjie, primo ‘detective’ della Cina imperiale, è un personaggio ispirato in parte ad una figura storica vissuta nella Cina del VII secolo (un uomo del Rinascimento che opera al vertice della civiltà cinese nell’era della Dinastia Tang), in parte ai libri di Robert van Gulik. Con la ‘saga’ (a cui si aggiungerà un terzo tassello) di Detective Dee, l’intento di Tsui Hark e dei suoi collaboratori era di imprimere una nuova direzione al filone detective story attraverso un canovaccio narrativo che rendesse nota sia la figura storica di Di Renjie, sia il personaggio letterario, legando questi due lati di una medesima medaglia ad inserti fantastico-surreali tipici dei kolossal di cappa e spada orientali. In questo secondo lungometraggio il regista aggiunge la tecnologia del 3D nel tentativo di accentuare visivamente il riverbero immaginifico, avvicinandosi ai colossal hollywoodiani. Di Di Renjie (i cui panni attoriali sono egregiamente portati da Mark Chao, capace di riprodurre arguzia, cultura, eleganza, ed un self control intriso di una gradevole punta umoristica), Young Detective Dee ne traccia le origini del suo impiego alle dipendenze dell’imperatrice Wu Zeitan (prima donna imperatrice nella storia cinese), dentro una vicenda che si dipana su due ostacoli: un devastante mostro marino ed un complotto ardito nei confronti della corte imperiale e dei sovrani, al centro del quale spicca il tè della serenità, misteriosa bevanda che nasconde non pochi segreti… Un’incantevole cortigiana ardita nell’obbedire ai propri istinti interiori, rifiutando uomini di potere e concedendosi alla poesia e alla sensibilità di un uomo senza titoli (Angela Yeung modella, cantante e attrice nota come Angelababy)… Un’imperatrice intransigente, sospettosa, difficile da domare-assecondare (Carina Lau). Due figure femminili che si stagliano nella costruzione dei rispettivi ruoli con personalità narrativa.
Il tema portante del diritto e delle sue regole che Dee vuole salvaguardare e proteggere nel combattere la corruzione proprio nel tempio creatore e custode delle leggi, i punti fermi-saldi di un racconto che viene sfilacciato da una resa da blockbuster che lo appiattisce dentro un manierismo da colossal. Un modellino perfettamente costruito che non stupisce, con un uso del 3D eccessivo e poco immaginifico, uguale a tanti altri filmoni anche nella sovrabbondanza di ostacoli straordinari, troppi…Inutili macigni che rendono l’agonia della visione, infinita, e anche un po’ ridicola.
Maria Cera