Anno: 2013
Durata: 130′
Genere: Yakuza/Surreale
Nazionalità: Giappone
Regia: Takashi Miike
The Mole Song – Undercover Agent Reiji, firmato Takashi Miike, ha dovuto affrontare un ‘rivale’ molto forte nel palinsesto festivaliero, The Hunger Games: La ragazza di fuoco, evento fuori concorso da sold out e folle di teenagers scalpitanti accampate all’auditorium dalla sera prima. Takashi Miike ha portato sul grande schermo il popolare manga dall’omonimo titolo di Noburu Takahashi, una storia tutt’altro che convenzionale sulla yakuza da cui è rimasto profondamente colpito.
Toma Ikuta è Reiji Kikukawa, poliziotto per miracolo, diplomato con i voti più bassi della scuola, inetto e goffo, relegato ai controlli di quartiere in cui si distingue per una condotta tutt’altro che esemplare. Quando per la prima volta nella sua carriera difende delle povere innocenti dai soprusi di un prepotente, il nostro malcapitato si scontra con un politico che ne ordina immediatamente il licenziamento. Ma al suo capo viene un’idea geniale e invece del licenziamento Reiji si ritrova una promozione: lavorerà come infiltrato nel più potente clan yakuza della zona di Kanto, lo Sukiya-kai, per inchiodare il capo supremo Shuho Todoroki, sospettato trafficante di droga. Abile ‘talpa’, diventa il braccio destro dell’ Crazy Papillon, capo del clan affiliato Akogi. L’operazione di Reiji si compie proprio quando lo scontro tra gli uomini del Sukiya-kai e i rivali Hachinosu-kai sta per esplodere.
Ingannevole è la trama. Se sulla carta ‘La canzone della talpa’ sembra un film di genere, uno yakuza tradizionale, la realtà è ben diversa, per cui è auspicabile prepararsi a un’operazione del tutto originale: Takashi Miike, il folle regista che a Venezia 67 entrò in sala per la proiezione di mezzanotte con la maschera di Zebraman – la Sala Grande dava Zebraman 2: Attack on Zebra City, si è divertito a impastare cultura pop, animazione fumettistica e yakuza story nel pirotecnico film in concorso. Con uno spirito goliardico più che mai, il regista nipponico ha voluto divertirsi per divertire girando The Mole Song, un concentrato di passioni e ossessioni dell’universo di Takashi a servizio di un cinema davvero libero.
Dalla caratterizzazione fisica e psicologica dei personaggi – i principali richiamano nel soprannome e nella cura dell’immagine un animale identificativo, alla presentazione degli stessi – con immagini d’ispirazione fumettistica, al sovvertimento delle regole di divisione per generi, The Mole Song ci consegna la straordinaria epopea di un eroe imperfetto in 130 minuti ben ritmati per niente pesanti. Canzoni e balletti di poliziotti scalmanati da far invidia ai musical di Broadway, gag ben inserite in una trama più ampia, immagini e caratterizzazioni kitsch compiaciute, combattimenti e duelli all’ultimo sangue, debolezze poco virili e poco yakuza dall’effetto comico assicurato, una spensieratezza diffusa che alleggerisce i toni guida la narrazione, sono gli ingredienti agitati bene prima dell’uso del cocktail The Mole Song. Un cocktail che il prolifico e provocatorio autore ha preparato per deliziare innanzitutto se stesso, e poi il suo pubblico sempre più internazionale.
Questo lavoro cross mediale è una danza liberatoria di un regista che ha voluto mescolare tutte le sue passioni, ossessioni e perversioni, tradendo i canoni e rimanendo fedele a una poetica ed estetica rigorosamente anarchiche.
Francesca Vantaggiato