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Festival Internazionale del Film di Roma : “Out of the furnace” di Scott Cooper (In Concorso)

“Out of the furnace” poteva dare di più in quanto a qualità della trama, troppo appiattita su temi già visti e già sentiti, ma rappresenta comunque un valido esempio di cinema che gioca con il talento dei suoi protagonisti

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il

 

Anno : 2013

Durata : 116’

Genere :  Drammatico

Nazionalità : Usa

Regia : Scott Cooper

 

Il ritorno del Western

Russell Baze è un uomo esemplare, operaio in un’acciaieria, figlio devoto che accudisce il padre malato, fidanzato tenero della giovane Lena e soprattutto fratello dell’amato Rodney, il reduce dall’Iraq che non trova la sua strada nel mondo. Un tragico incidente stradale spazza via tutto, arriva il carcere, la morte del padre e l’abbandono della fidanzata, ma quando Russell esce c’è ancora qualcuno che ha bisogno di lui, Rodney, che si è infilato in un brutto giro di lotte clandestine. In un paese dove vince chi è più forte, i due fratelli entreranno in una spirale senza fine di violenza, dall’esito impossibile da prevedere.

Chiaro omaggio al genere western, ma ambientato nel vuoto della società contemporanea, il film di Cooper ha alcuni elementi che lo rendono straordinariamente funzionante, ed altri che invece non lo aiutano. In primo luogo la struggente interpretazione di Christian Bale, a conferma del suo innegabile talento da trasformista, che regala una tensione sempre palpabile al suo Russell, l’uomo comune dall’animo nobile che deve farsi giustizia da solo. Convincente anche il giovane Casey Affleck che interpreta Rodney, il fratello devastato dagli orrori della guerra, ma la gara è tra giganti dato il cast di lusso che Cooper ha avuto a disposizione, che va da Forest Whitaker a Woody Harrelson passando per Sam Shepard e Willem Dafoe.

Le immagini desolanti della città industriale sono accompagnate da musiche lente, quasi ipnotizzanti così come il gioco di luci e ombre orchestrato dal regista. E’ sempre presente un richiamo alla religione, anche nella fisicità di Bale (basta vedere il suo volto ed il suo passo lento), che si addossa i peccati del fratello e cerca di salvarlo, ed ogni protagonista di questa storia mette alla prova il povero Russell Baze. Interessante per la sua messinscena, Out of the furnace poteva dare di più in quanto a qualità della trama, troppo appiattita su temi già visti e già sentiti, ma rappresenta comunque un valido esempio di cinema che gioca con il talento dei suoi protagonisti regalando performance inattese.

Emiliano Longobardi

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