FESTIVAL DI CINEMA

Festival Internazionale del Film di Roma: “Las brujas de Zugarramurdi” di Alex de la Iglesia (Fuori Concorso)

Inutile dire che il Leone d’Argento 2010 (Ballata dell’odio e dell’amore) riesce con il suo humor grottesco, vagamente pop e incredibilmente surreale, ad agganciarci senza via di scampo alla sua storia a partire dalle prime scene e dialoghi.

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Anno: 2103

Durata: 112′

Genere: Commedia/Drammatico/Horror

Nazionalità: Francia, Spagna

Regia: Alex de la Iglesia

Sale sul palco del Festival Internazionale del Cinema di Roma lo spagnolo Alex de la Iglesia per introdurre brevemente Las brujas de Zugarramurdi, un Fuori Concorso da fuoriclasse che si è aggiudicato il premio Akai, uno degli sponsor principali del festival. A consegnarlo una madrina inaspettata, la ‘rappresentante dell’azienda di famiglia’ Valeria Marini, per un cinema orgogliosamente popolare e d’intrattenimento.

Tremate, tremate le streghe sono tornate!, verrebbe da dire guardando il film. Lo slogan femminista calza a pennello in questa storia di ‘incomprensioni’ secolari tra uomini e donne afflitti da problemi di incomunicabilità con i propri partner. Gli uomini protagonisti di quest’avventura che vi stupirà con effetti speciali piagnucolano mentre sciorinano i loro problemi con le donne. Tony (Mario Casas) e Jose (Hugo Silva) rubano la modica cifra di 25.000 fedi nuziali da un monte dei pegni, il tutto travestiti da Gesù Cristo con la croce versione silver e da un soldatino verde, aiutati da altri stonati complici usciti dai cartoons e con un aiutante d’eccezione, il piccolo figlio di Tony.

Inutile dire che il Leone d’Argento 2010 (Ballata dell’odio e dell’amore) riesce con il suo humor grottesco, vagamente pop e incredibilmente surreale, ad agganciarci senza via di scampo alla sua storia a partire dalle prime scene e dialoghi. Il patto d’accettazione è totale, de la Iglesia chiede fiducia assoluta, o lo si ama o lo si odia, o ci si abbandona alla sua realtà esilarante o ci si annoia nella propria. Le avventure continuano e il caso si complica quando i fuggiaschi – un marito soffocato da una moglie isterica, un fidanzato attanagliato da complessi d’inferiorità verso la sua donna, un uomo che si sente debole e incapace di decisioni coraggiose –, frignanti mentre condividono lungo il tragitto verso la frontiera racconti di maltrattamenti inflitti dalle donne, approdano a Zugarramurdi, la città delle streghe. Dal metaforico al letterale il passaggio è breve: i nostri si imbattono in un manipolo di streghe decise a impossessarsi degli anelli nuziali rubati (oggetti maledetti, simbolo di promesse infrante), del bambino – l’eletto, e delle loro anime. Mentre i preparativi per il grande ritorno alla supremazia delle streghe si compiono senza esclusione di colpi, il cinema di de la Iglesia esplode in un delirio di rituali macabri e pseudo-erotici, inseguimenti rocamboleschi, confessioni d’amore bizzarre, personaggi-caratteri disgustosamente adorabili. Carolina Bang, l’amore conteso tra gli sfigurati clown di Ballata dell’odio e dell’amore, ritorna nei panni della (non a caso) Eva, trasgressiva, sensuale, trasferitasi in Germania a studiare Teologia, inaspettatamente innamorata di Tony per il quale infrange le regole della sua famiglia, in lotta contro gli uomini dall’eternità (suo fratello è stato rinchiuso e incatenato dalla madre in una segreta-scarico di un bagno).

Las brujas de Zugarramurdi è intrattenimento puro, nel senso più genuino e nella forma più originale della definizione, e le streghe di Zugarramurdi sono in fondo tutte le donne nella rappresentazione esasperata (o forse no?) di un regista eccentrico autore di favole nere. Nell’immaginario bislacco di de la Iglesia una riconciliazione tra i due mondi nel nome dell’amore vero è possibile, anche se le ‘streghe’ sono sempre in agguato aspettando che questa inaccettabile felicità finisca e piccoli mostri – i cattivelli di oggi, futuri misogini di domani – crescano.

Francesca Vantaggiato

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